Si applicano ma non sono intelligenti
Ultimatum di Di Maio a Salvini: “hai ventiquattrore di tempo per lasciare Silvio!”. Signori questo non è amore, ma possessività. Che prima i piccioncini neanche si sarebbero annusati nessuno se lo ricorda, ma che adesso facciano persino le moine da lontano lanciandosi sguardi d’intesa mentre Silvio è distratto dall’improvvisa epifania che consiste nell’aver scoperto di aver cinque dita per mano è troppo!
Niente costrizioni! Nessun aut-aut, per carità! Altrimenti va a finire che il fantasma di Silvio – metaforicamente parlando, ahinoi – aleggerà sempre tra di voi.
A dire il vero anche Silvio ha i suoi rimpianti. In fondo Renzi gli è rimasto nel cuore in modo indelebile. E potete star certi che se alle ultime elezioni Forza Italia avesse preso più voti della Lega e il Pd non fosse naufragato nello sterminato ego tempestato dal nulla del suo segretario, l’ex cavaliere non ci avrebbe pensato due volte a sbolognare Salvini per coronare il suo sogno d’orrore.
Vedete cosa succede a tenere il passato in sospeso? I rimpianti sono come gli str*nzi, prima o poi tornano a galla, e da queste parti lo str*nzo è un’eccellenza che non emigra mai! Solo qui fiorisce, pasce e si moltiplica galleggiando con indiscussa nonchalance.
Un altro vizio nazionale è ciò che definirei “la compassione da tramonto”: tendiamo ad intenerirci nei confronti delle belve quando iniziano a perdere colpi, santifichiamo anche i criminali quando iniziano a farci pena. Un esempio: Silvio ormai è andato … e ammetto di non provare alcuna pena nei confronti del suo rincoglionimento, forse perché per me non è assolutamente una novità.
Per me Berlusconi era già da ricovero nel 1977, quando si fece immortalare con un revolver sulla scrivania per l’Espresso, e la sentenza in primo grado sulla “Trattativa Stato-mafia” che lo vede implicato con il crimine organizzato, prima con le sue aziende e poi come politico, mi dà ragione.
Ma chi sono io per non provare alcuna compassione per un soggetto che in quasi cinquant’anni di “disonorata carriera” ha traghettato una nazione nel crimine e nel ridicolo? Me lo sono tenuto? Allora me lo sono anche meritato! Ergo: non provo pena per me stesso che ho accettato – anche se mio malgrado – tale scempio, non vedo perché devo provarne per lui che lo ha perpetrato.
Ma fidatevi … prima o poi qualcuno in futuro dirà: “in fondo era una brava persona! Era pittoresco, naif! Quando c’era lui le tangenti arrivavano in orario!”
A noi italiani così come ci frega la voglia di essere più furbi degli altri, così ci fotte la compassione che cancella ogni memoria. Il “poverino, in fondo fa tenerezza” è letale quanto dichiarare la escort come spesa sanitaria!
Tutto questo per dire che l’amore tra Salvini e Di Maio (chi sta sopra e chi sotto è solo pernicioso gossip) non prescinderà mai dal mefitico retaggio che li potrebbe portare ad unirsi.
Vedremo migrare eletti di Berlusconi tra le fila della Lega come sorci che abbandonano la nave che affonda, vedremo cinquestelle perdere pezzi per incomprensioni e anatemi dei loro profeti, altri perché si vogliono tenere i rimborsi.
Col tempo i compromessi diverranno necessità e ci faranno digerire a forza il solito pastone di incompetenza e “cul*poltronismo”. In nome dell’inciucio si invocherà il “bene nazionale”, si appelleranno al “buon senso”, e come tutte le storie d’amore senza un filo d’amore finirà con ripicche, con odi sotterraneamente taciuti che sfoceranno in coltellate alla schiena e feroci litigi per tenersi le ceneri ipoallergeniche del gatto morto!
Bei tempi quando il mondo era crudele, perché adesso che è anche ridicolo fa ancora più tristezza.
fonte foto: Sirante Street Art Darlin