Nella metropolitana di Londra nascono gli Short Story Dispenser, dei veri e propri distributori automatici di racconti. I primi Short Story Dispenser nascono in Francia nel 2015 come potete leggere qui. Si sono diffusi rapidamente in tutto il mondo, adesso anche nella Tube londinese.
Short Story Dispenser
Leggere si sa, ha moltissimi benefici tra i quali il relax e il piacevole trascorrere del tempo. Proprio per questo, sarebbe ideale poter leggere in un tragitto metro. Non sempre è possibile, però, a causa dell’affollamento e di molti altri fattori che i mezzi di trasporti causano. Ed ecco che nascono gli Short Story Dispenser.
Come funzionano?
È semplice. Il distributore è a forma di piccolo totem con tre tasti 1,3 e 5 che indicano la durata della lettura. Premendo il tasto desiderato, la macchinetta emette il nostro racconto portatile, stampato su un foglio di carta dimensione scontrino. La lunghezza l’abbiamo scelta noi stessi, in base alla durata del nostro tragitto. Piccolo, pratico, né lungo né corto,comodo da leggere in piedi o seduti.
La scelta delle storie
Si può scegliere tra molte storie. Ci sono piccole versioni di grandi autori come Charles Dickens e Virginia Woolf, ma anche racconti di autori contemporanei e inediti, o ancora storie di autori emergenti che desiderano farsi leggere e farsi conoscere.
Il cofondatore della Start-up che si è occupata dell’iniziativa in Francia ha dichiarato:
“L’idea ci è venuta davanti a un distributore automatico di merendine e bibite. Ci è venuto in mente che avremmo potuto fare la stessa cosa con letteratura popolare di qualità per riempire questi piccoli momenti improduttivi.”
Servizio gratuito
Il servizio è totalmente gratuito ed è pensato per invogliare alla lettura e per riempire “spazi di vita morti”, come in un tragitto metro. Riempie spazi a seconda dell’attesa, come abbiamo spiegato, per cui, si può scegliere esattamente il tempo da riempire. Per una volta, non sono gli smartphone ad essere protagonisti. L’iniziativa, vuole proprio combatterli e combatterne la dipendenza. Soprattutto vuole riportare in scena la cultura per far sì che non vada persa .
Mariafrancesca Perna