Ventisei anni, un amore con il regista Roman Polanski, un bambino in arrivo. La vita di Sharon Tate non poteva essere più bella. Ma il 9 agosto 1969, la tragedia: nelle prime ore del mattino, un gruppo di uomini e donne uccise l’attrice ventiseienne e i suoi ospiti. Il gruppo diventò noto, in seguito, come la Manson family (la famiglia Manson).
Colui che guidava il gruppo era un trentaquattrenne di nome Charles Manson, un uomo che viveva ai margini della società insieme alla sua “famiglia”, composta da giovani ragazzi e ragazze con problemi ad integrarsi nella società, conquistati dal carisma e dalle parole di Manson, idolatrato da tutti. La family trascorreva le giornate meditando, fumando cannabis e praticando l’amore di gruppo, in un’atmosfera di pace apparente. Nessuno avrebbe mai immaginato che l’amore e la condivisione avrebbero portato alla morte di Sharon Tate e dei suoi amici.
La giovane attrice, in assenza di Polanski, aveva invitato alcuni amici per non rimanere da sola: il parrucchiere Jay Sebring, con il quale l’attrice aveva avuto una storia in precedenza, lo scrittore Wojciech Frykowski, amico di Polanski, e la sua amante Abigail Folger. Una serata tra amici conclusasi in tragedia. Il mattino seguente, furono trovati i corpi delle vittime. La visione più straziante fu senza dubbio quella della Tate, coperta di sangue, con il suo pancione di otto mesi.
Ma chi erano gli adepti di Manson? Essi, come già detto, erano reietti, persone che per un motivo o per l’altro non erano riuscite ad integrarsi nella società. Niente routine, niente lavoro, niente responsabilità: solo pace e amore. Apparentemente. Essi erano Tex Watson, Susan Atkins, Linda Kasabian, Patricia Krenwinkel e Leslie Van Houten. Quest’ultima non era presente all’omicidio della Tate, ma prese parte ad altri.
Gli omicidi, chiamati dai media “Tate murders”, sconvolsero un’intera nazione. Tutti avevano paura, tanta paura, soprattutto dopo aver scoperto il mandante. Charles “Charlie” Manson fu incarcerato, così come i ragazzi della “famiglia” implicati nell’omicidio. L’unica pentita fu Linda Kasabian, che fu una testimone chiave durante il processo, uno dei processi più sconcertanti della storia.
La violenza che si consumò il 9 agosto 1969 la conoscono solo Sharon Tate, i suoi amici e i membri della Manson family. Alla fine degli anni Sessanta, con Woodstock alle porte, i concetti di pace, amore e fratellanza si tinsero di sangue. Un capitolo oscuro e perverso della storia americana. Ad oggi, nessuno è in grado di spiegare tutta quella violenza, tutto quel male.