Sharia in Afghanistan: nuova stretta dei talebani sui diritti umani

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I leader talebani hanno annunciato l’applicazione della Sharia in Afghanistan, minacciando esecuzioni pubbliche, amputazioni e fustigazioni.
Si tratta di un ulteriore deterioramento dei diritti umani nel Paese

Mawlawi Hibatullah Akhundzada, leader politico e religioso, e terzo comandante supremo dei Talebani, ha imposto l’obbligo di applicazione della Sharia ai giudici afghani. La decisione è stata annunciata su Twitter dal portavoce del leader, Zabihullah Mujahid.
Il provvedimento sarebbe rivolto, in particolare, a ladri, rapitori e sediziosi.

Indagate sui casi di ladri, rapitori e sediziosi.
In quei casi che soddisfano tutte le condizioni della Sharia, siete obbligati ad applicarla.
Perché questo è l’ordine della Sharia e il mio ordine, ed è obbligatorio agire

Sharia in Afghanistan: di cosa si tratta

La parola “Sharia“, in arabo, significa “sentiero“, “retta via“.
Si tratta di un insieme di concetti e insegnamenti desunti dal Corano, che ogni fedele musulmano segue.
Questi principi hanno un raggio molto ampio, perciò sono i giudici ad interpretarli in base alle circostanze, traducendo la sharia in leggi scritte dette “fiqh“.

Nella religione islamica non esiste un’autorità centrale come lo è, ad esempio, il Papa cristiano. Perciò, non esiste un’interpretazione ufficiale e universalmente condivisa della Sharia.

Secondo Kaheld Abou El Fadl, professore di diritto islamico all’UCLA e una delle massime autorità in quanto a Sharia, questa può essere ampiamente interpretata.

Per ogni punto della legge si trovano 10 opinioni diverse… La Sharia è molto aperta. Nell’ambito della giurisprudenza islamica, significa “ricerca della volontà divina”.
Sebbene, sia nei discorsi occidentali che in quelli locali, sia comune usare la Sharia in modo intercambiabile con la legge islamica, la Sharia è un concetto molto più ampio e onnicomprensivo





Secondo l’interpretazione dei Talebani, la Sharia comprende una violenta repressione per mezzo di esecuzioni pubbliche, lapidazioni, fustigazioni e amputazioni.

I Talebani hanno un approccio particolare alla Sharia che non si può ignorare.
Chiunque non rientri nella loro definizione può essere messo a morte

Talebani e diritti umani in Afghanistan

Il portavoce del Segretario Generale ONU, Farhan Haq, ha definito la decisione dei Talebani “preoccupante”.

Da quando hanno assunto il ruolo di autorità de facto, ci aspettiamo che rispettino la promessa di mantenere gli impegni esistenti in materia di diritti umani assunti in Afghanistan.
Non sono stati all’altezza di questi impegni. Continueremo a fare pressione su di loro. Siamo contrari alla pena di morte in tutte le sue forme

I Talebani sono tornati al potere nell’agosto del 2021, dopo la ritirata delle truppe statunitensi dall’Afghanistan.
La Sharia era già stata applicata in passato, durante il regime degli anni ’90.
Ma, con la nuova presa di potere, i Talebani hanno cercato di dare un’immagine moderata di sé, con l’obiettivo di ottenere approvazione internazionale.
Nei mesi successivi, sebbene la violenza sia diminuita rispetto al passato, il regime ha dato una stretta diritti umani e civili, specialmente nei confronti di donne e oppositori.

Le donne non possono più lavorare nella maggior parte dei settori, e necessitano di un tutore maschio per spostarsi su lunghe distanze.
La settimana scorsa, inoltre, il Ministro della Moralità dei Talebani ha vietato alle donne di accedere ai parchi pubblici di Kabul, alle palestre e ai bagni pubblici.

Al momento, miliardi di dollari in beni afghani detenuti all’estero sono congelati.  Saranno restituiti quando i Talebani onoreranno le loro promesse in materia di sicurezza, governance e diritti umani.

Giulia Calvani

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