Dalla Legge Porcellum alla Legge Rosatellum
Abbiamo un Presidente della Repubblica non eletto, che nomina un Presidente del Consiglio non eletto, che nomina dei Ministri eletti per caso. Questa è la sostanza della nostra democrazia.
(Vittorio Sgarbi)
La Legge Rosatellum (2018) e ancor prima la Legge Porcellum (2005), con esclusione dell’Italicum e della Consultellum stroncate sul nascere, hanno di fatto stabilito che i cittadini italiani non hanno il diritto di esprimere preferenze per i candidati alle elezioni.
Dunque le parole di Sgarbi hanno senz’altro del vero, malgrado appaiano futili se si vuol contestualizzare: Porcellum, definita dal suo stesso relatore una porcata, è stata fanaticamente voluta da Berlusconi, compare di Sgarbi. Da chi è stata votata, questa bella legge? Da Forza Italia, di cui Sgarbi faceva parte nel 2005, oltre che dalla Lega Nord.
Rosatellum, l’attuale sistema elettorale, è stata voluta in modo esasperato da Renzi e da Berlusconi, nell’intento di pararsi il culo dal crescente consenso del Movimento 5 Stelle. Paradossalmente, i grillini in seguito avrebbero vinto le elezioni con questa stessa legge.
“Chi l’ha votato, Conte?”
“Chi l’ha votato Conte?” Insiste Sgarbi, scuro in volto, nel proprio monologo. Il premier Conte è stato votato dal Parlamento, secondo la Legge Rosellatum, che a sua volta è sorella della Legge Porcellum (voluta dal centro destra, Sgarbi complice).
Conte è stato votato da Sgarbi, il quale ha dato fiducia ad ambo i governi (Conte I, Conte II). “Dove c’è disordine io prospero.” In effetti, quando vi sono frodi fiscali, conflitti d’interessi, leggi ad personam, legami con la mafia, c’è parecchio disordine. Ah, ma lui parlava di Di Maio, non di Berlusconi…
Il nostro premier “è stato preso dalla strada,” ribadisce Sgarbi ai tempi del Coronavirus. Come se il Parlamento avesse preso una qualsiasi dalla strada e l’avesse fatta diventare Presidente del Consiglio. Al suddetto non piace il fatto che Conte non appartenga a nessun partito: tanto meglio, cosicché il premier possa dar conto a tutte le campane in modo versatile, da buon mediatore quale è.
Senza ombra di dubbio, il Presidente del Consiglio non è stato eletto direttamente dai cittadini, ma questa è colpa di Silviuccio e dei compari di Sgarbi. D’altra parte, in mezzo a tanta confusione (merito della vecchia classe politica che Sgarbi predilige) uno straccio di democrazia, per il momento, è ravvisabile: Conte è il personaggio politico preferito dagli italiani.
“Ministri eletti per caso”
Elezioni politiche del 2018: il Movimento 5 Stelle, lista più votata, ha raccolto il 32% delle preferenze. La Lega, il 17% dei voti. Il centro destra fu la coalizione più votata: aggiungi il 14% di Forza Italia e il 4% di Fratelli d’Italia e arrivi al 35%. Trattasi della prima applicazione della Legge Rosatellum voluta da Renzi e da Berlusconi.
Sgarbi va in collera, pensando alle elezioni citate. Dice lui, gridando al complotto: gli italiani hanno votato Grillo, ma hanno trovato Di Maio vicepremier. Sgarbi avrebbe dovuto sottolineare che pure i leghisti hanno votato Bossi, ma hanno trovato Salvini vicepremier.
Non è proprio una sorpresa: Di Maio è stato leader dei 5 Stelle dal 2017 e Salvini leader della Lega dal 2013. Sgarbi dimentica i tre mesi di crisi istituzionali, dovuti alla fatica dei rispettivi partiti a mettersi d’accordo per la scelta del premier. Sgarbi si scorda di evidenziare che la democrazia corrotta di cui lui stesso parla è merito di Silviuccio, suo compare.
“È una strana democrazia la nostra.” Avrebbe ragione Sgarbi, quando parla di “ministri eletti per caso,” ma manca di esplicitare che pure il suo Cavaliere presentò arbitrariamente la lista dei ministri nel 2008. “Di Maio è un insetto” dice lui, ma ai tempi parve tacere sul conto di Silviuccio, da buon cortigiano.
“Coronavirus il buco del culo”
Nel medesimo monologo, l’incriticabile critico d’arte ha parlato di “scelte che vengono fatte per limitare la libertà di parola,” riferendosi palesemente alle freschissime denunce ricevute. L’incompresa vocazione di Sgarbi per la virologia lo aveva condotto a presentare una tesina denominata “Coronavirus il buco del culo.”
In relazione al virus, gli stessi virologi si trovano in disaccordo, poiché si tratta di un fenomeno nuovo e complesso. Poi arriva un intellettuale (che cita spesso Pasolini pur non avendo capito una mazza di lui) e pensa, con arroganza, d’aver capito tutto del Coronavirus.
Essendo la pop star dei pischelli, non si rende conto di “mettere benzina sul fuoco” (Travaglio). Quasi volesse dire agli sprovveduti: il Presidente del Consiglio è un emerito stronzo e dittatore, che vi tiene chiusi in casa per capriccio. Dunque, andate a saccheggiare il Parlamento come hanno fatto i francesi a Versailles in piena rivoluzione. Non dimenticatevi di mozzare le teste alle forze dell’ordine, d’infilzarle sui pali e di portarle in processione.
La Murgia di recente ha ammesso che i testi di Battiato sono “minchiate assolute,” motivo per cui Sgarbi s’è accanito contro di lei. “La Murgia parla di quello che non sa.” Senz’altro, Sgarbi tiene ragione, ma pure lui parla di quello che non sa. Da uomo di cultura quale è, si pretende invano da lui una certa onestà intellettuale e un minimo di rispetto istituzionale che non ha. Guardatelo, il paladino della libertà di parola…
Il fedelissimo di Silviuccio
Sgarbi è tanto grottesco d’aver ispirato il personaggio Insulto Ingiuria nella serie a fumetti “Alan Ford.” Quando difende la libertà di parola, non tiene conto della severità censoria del suo Cavaliere. Berlusconi all’epoca abusò del proprio potere per cacciare dalla Rai Michele Santoro, Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e la Guzzanti. (Vedere il documentario “Viva Zapatero“)
Nel libro “Regime,” Travaglio elenca altre vittime della censura berlusconiana del tempo: Paolo Rossi, Carlo Freccero e Ferruccio De Bortoli (ex direttore del Corriere Della Sera), senza dimenticare di menzionare il controllo sui telegiornali. Tutti colpevoli del gravissimo reato di satira e/o d’informazione. Toccate tutto, ma non la tesina di Sgarbi.
D’altra parte, i legami di Berlusconi con la mafia sono “una montatura” e la trattativa è una stronzata. Viene in mente quando Sgarbi venne eletto sindaco di Salemi: “tra i suoi primi atti vi fu quello di certificare l’assoluta inesistenza della mafia e di omaggiare l’onorevole Giammarinaro, indicandolo come un perseguitato.” (Rino Giacalone)
Poco dopo, “le indagini sull’onorevole Giammarinaro portarono alla scoperta di lucrosi affari nel campo di sanità.” Da lì in poi vi fu un susseguirsi di denunce, processi e sequestri giudiziari, ma per Sgarbi il tizio rimane un perseguitato. “Certi amori non finiscono; fanno dei giri immensi e poi ritornano.” (Venditti) L’incriticabile critico d’arte non è credibile se non come critico d’arte.
Gli impresentabili
Secondo Travaglio, al governo è meglio avere degli impreparati che perlomeno mirano all’onestà e alla trasparenza. Sgarbi opta per gli indagati, gli imputati, i condannati e i pregiudicati. D’altra parte, al di fuori di queste categorie, esistono gli impresentabili. Forza Italia ne sa qualcosa: Gasparri, la Gelmini e la Mussolini, per citarne qualcuno. La Bernini invece sembra uscita dall’Area 51.
“Nessuno dice che il governo Conte è infallibile e incriticabile.” (Travaglio) Non mancano mica le mele marce nei 5 Stelle: per carità, quando a Roma la Raggi ha fatto abbattere la villa Naselli del ’30 per lasciar spazio a una brutta palazzina, ci siamo presi di collera pure noi. Malgrado ciò, qui si tratta di scegliere il minore dei mali. Nell’ambito dell’emergenza Coronavirus, se si vuol paragonare il nostro premier ai leader degli altri paesi (vedi Trump, Bolsonaro, Johnson) Conte ne esce fuori indenne, per il momento.
In tutto ciò, ci si chiede come sia possibile che un uomo d’invidiabile cultura possa vantare Sciascia per poi dire che Moravia è un vecchio rincoglionito. Ci si chiede come sia possibile che un uomo d’invidiabile cultura vada dalla D’Urso. Ci si chiede come sia possibile che un uomo d’invidiabile cultura corteggi Berlusconi, che ha riempito la televisione di spazzatura. Dimenticavo: “Salvini riunisce le persone.” Ebbene, è ben noto che Salvini ami le diversità.
Conte è un vigliacco, Di Maio è un cretino, Travaglio è una capra, Moravia è un vecchio rincoglionito e Salvini è la donna angelica cantata da Petrarca. Siamo sazi, va bene così. Parola chiave: imparzialità.
Giordano Pulvirenti