Il Parlamento austriaco ha approvato la mozione di sfiducia nei confronti del cancelliere Sebastian Kurz. Estrema destra e socialdemocratici hanno votato la sfiducia per rovesciare il governo. Si andrà alle elezioni anticipate a settembre.
Il fatto si verifica in circostanze improbabili dal momento che l’Ovp, il partito di Kurz, ha ottenuto alle elezioni europee il 34,9% delle preferenze, un risultato storico. Inoltre, il cancelliere trentaduenne era appoggiato, fino a due settimane fa, dalla stessa estrema destra che ha proposto la mozione di sfiducia.
L’Fpo, il partito di estrema destra austriaco, ha accusato il cancelliere Kurz di aver utilizzato lo scandalo Ibizagate per procedere ad elezioni anticipate escludendo i rappresentanti dell’Fpo, dal momento che il video compromettente girato nell’isola spagnola ha portato alle dimissioni del vice-cancelliere, nonché leader di Fpo, Heinz-Christian Strache.
Con Kurz a capo, l’Ovp ha conseguito alle elezioni europee un incremento di 8 punti rispetto al 2014. Risultato che non basta a garantire la solidità della posizione di Kurz, divenuto ora il primo cancelliere austriaco ad essere rovesciato con una mozione di sfiducia.
I voti a favore della sfiducia sono stati 103 su 183 seggi del Parlamento austriaco. Il partito di Kurz aveva conseguito il miglior risultato per un partito austriaco alle elezioni europee in assoluto dal 1995, anno in cui il Paese aderì all’Unione.
Alexander Van Der Bellen, il presidente, dovrà ora nominare un governo tecnico che porti Vienna alle elezioni anticipate che dovrebbero avvenire a settembre.
Mentre in Grecia Tsipras convoca le elezioni anticipate per giugno, dopo la sconfitta europea, in Francia Marine Le Pen chiede le elezioni, avendo superato il partito di Macron. In Italia il governo giallo-verde regge per ora il colpo. Nonostante la vittoria netta della Lega, Salvini mantiene l’accordo con il M5S, anche se in un panorama che, con ogni probabilità, permetterà all’estrema destra una maggiore autonomia.
All’indomani delle elezioni si riorganizzano le forze politiche europee, resta ancora da capire chi sarà l’ago della bilancia.
Paolo Onnis