Negli ultimi giorni, le bacheche di Facebook sono piene di vecchie foto. Bambini paffuti, ragazzi con i pantaloni a zampa di elefante e una frase: “sfida accettata”. Una nuova moda virtuale ha appena preso piede.
Facebook non è l’unico social network in preda a questa “amarcord-mania”. Anche Instagram si è lasciato contagiare. Un tuffo nel passato in piena regola, dunque. Le foto sono seguite, inevitabilmente, da aneddoti divertenti, intrisi di nostalgia. Non tutti, però, conoscono la provenienza di “sfida accettata”.
Tutto è iniziato nell’agosto dell’anno scorso. In India l’idea è stata molto apprezzata, e ben presto è arrivata anche in Inghilterra. Si tratta di una catena, le cui regole sono molto semplici. Si pubblica una foto in bianco e nero, accompagnata dalle parole “challenge accepted”, ovvero “sfida accettata”.
Mettendo “mi piace” alla foto, si entra a far parte della catena. Colui che ha pubblicato la foto invia un messaggio all’amico che l’ha apprezzata: “Dato che hai messo “mi piace” alla mia foto, ora devi postarne una in bianco e nero, scrivendo “sfida accettata”. Riempiamo Facebook di foto in bianco e nero per mostrare il nostro supporto alla battaglia contro il cancro. È questa la sfida. Quando i tuoi amici metteranno “mi piace” al tuo post, invia loro questo messaggio”.
Molti si sono divertiti nel pubblicare foto del passato, tuttavia ci si chiede il perché di tutto questo. Come può la foto in bianco e nero di un neonato aiutare la gente che lotta contro il cancro? È senza dubbio un’iniziativa simpatica, ma non ha alcuna attinenza con la terribile malattia. Tutti noi siamo solidali verso le persone che ogni giorno combattono contro la morte. Ma postare una foto di vent’anni fa non apporta alcun contributo alla loro battaglia.
Molti sono addirittura infastiditi dalla catena “sfida accettata”. Rebecca Wilkinson è una giovane madre inglese a cui è stato diagnosticato un cancro al seno nel 2013. Il suo post su Facebook è diventato virale: “Tutta questa “campagna” va contro quelli che hanno un tumore. Non li aiuta, non hanno bisogno di selfie. Qualcuno ha deciso di iniziare una campagna virale su Facebook che non serve a ottenere un bel niente. Stanno usando il cancro solo per il gusto di far diventare virale qualcosa. Fermatevi”.
La campagna “sfida accettata” è giudicata quasi all’unanimità un’ottima idea. Purtroppo non tutti conoscono il rovescio della medaglia. Come tutte le catene, è facoltativa: possiamo scegliere se parteciparvi o meno. Purtroppo, essa non è di aiuto a tutte quelle persone che sono costrette ad accettare la sfida lanciata dal cancro.
Veronica Suaria