La settimana mondiale della sclerosi multipla ha portato a importanti considerazioni e novità
La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa: oggi sono 114 mila italiani affetti dalla patologia
Ieri si è conclusa la settimana mondiale della sclerosi multipla. A concludere la settimana, sono le considerazioni dei malati e delle loro famiglie. Intanto la ricerca sembra fare passi da gigante al San Raffaele, attraverso l’impiego delle staminali. Secondo La Stampa, oggi, in Italia ci sono 114 mila ammalati. In Europa sono circa 600 mila. 3.400 casi all’anno, per la maggior parte donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni.
Strutture e carenza di personale
Oggi, soltanto 7 regioni in Italia hanno un centro dedicato alla cura della SM. In generale la situazione sembra essere catastrofica a causa dell’evidente mancanza di personale. Nei centri più piccoli, un neurologo segue 141 pazienti, in quelli più grandi 837 (La Stampa). Per questo prenotare anche solo una prima visita di diagnostica comporta un’attesa di circa un mese. Per i casi più gravi, i tempi sono di circa una settimana.
Assistenza familiare indispensabile
A causa della carenza di personale dedicato, sono le famiglie a doversi occupare dei propri malati. Si attesta che tra famiglia e amici, per un malato di SM ci sia un impiego di energie pari a 1100 ore di assistenza. Mediamente, almeno 8 ore al giorno sono impiegate nell’assistenza personale e nella sorveglianza del paziente. Ne deriva che, se è solo una persona a doversene occupare, questa dovrà rinunciare nella maggior parte dei casi al lavoro.
Ricerca: impiego di staminali neurali (la Repubblica)
La ricerca è finanziata ogni anno dall’aiuto che gli italiani offrono attraverso la donazione del 5 per mille. In particolare, all’ospedale San Raffaele di Milano, il neurologo Gianvito Martino e il suo team hanno fatto enormi passi avanti. Durante la scorsa settimana, infatti, sono state somministrate per la prima volta cellule staminali neurali. Un primo paziente sul quale si potranno studiare gli effetti. La ricerca si estenderà per i prossimi tre anni. Nel primo anno si somministreranno a 4 gruppi di tre pazienti un numero crescente di cellule a distanza di tempo. Nei due anni successivi si studieranno le conseguenze.
Nella migliore delle ipotesi, tra tre anni, ci saranno 12 persone guarite dalla Sclerosi Multipla. Un barlume di speranza, segno di fiducia nella ricerca.