Le leggi più pazze di Italia: tra gli atti parlamentari c’è di tutto

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Il governo non c’è ma senatori e deputati si sono messi subito in fila per presentare, e molto spesso ripresentare, i loro progetti di legge.

Il principato di Salerno, la promozione del gelato italiano e l’indicazione del «luogo elettivo di nascita». Se avete già una pessima idea della politica è meglio non approfondire il tema.

A scavare tra gli atti parlamentari, insomma, c’è davvero di tutto.Una top ten tutta da leggere.

L’ultimo posto va alla disciplina della musicoterapia e all’istituzione della figura professionale del musi­coterapista. Da non confondere, attenzione, con il già esistente musicoterapeuta. La differenza? Non è pervenuta.

Meglio allora dedicarsi alla regolamentazione della professione di estetista professionale – e fin qui ci siamo – e disciplinare l’attività dell’onicotec­nico. Figura sconosciuta che, dopo una rapida ricerca, si rivela non essere altro che un tecnico delle unghie. Chissà che manicure è in grado di fare.

All’ottavo posto ci sono le disposizioni in materia di incentivi all’utilizzo del verde pensile – alla babilonese, insomma – che prevedono una detrazione del 36% delle spese sostenute da chi adotta l’edera sul terrazzo di casa.

Il gioco, si sa, è pericoloso. Così i nostri premurosi parlamentari hanno proposto l’erogazione rateale delle eventuali vincite. Sicuramente un modo meno stressante di gestire i denari piovuti dal cielo con l’aiuto della dea bendata. Come dire, mai più senza.

Sei nato a Milano ma ti senti fortemente siciliano? Qualcuno deve aver affrontato questo conflitto interiore, perché ci sono ben due proposte per l’istituzione del luogo elettivo di nascita. «Il presente provvedimento», si legge nella relazione di legge, «nasce dall’esigenza di tutelare e di valorizzare le piccole realtà locali, spesso sprovviste di strutture sanitarie, ma non per questo prive di storia, cultura e tradizioni ben radicate».

Al quinto posto un meritatissimo ex aequo tra le disposizioni per la tutela della qualità della ristorazione italiana nel mondo (con due differenti proposte) e quelle per la ristorazione regionale italiana nel mondo. Non sia mai che gli italiani in vacanza debbano mangiar un piatto di spaghetti scotti. Le proposte di legge hanno l’obiettivo di definire i marchi di qualità «Pizzeria italiana nel mondo» e «Gelateria italiana nel mondo». Questo sì che è promuovere la produzione italiana all’estero.

Sempre in tema enogastronomico si segnalano al quarto posto le disposizioni per la redazione di una mappa degli itinerari dei prodot­ti d’eccellenza italiani, le norme per la promozione delle attività turistiche legate al vino piemontese e l’istituzione delle «strade del vino piemontese e delle ti­picità enogastronomiche locali». Non solo. A questo si aggiunge la tutela e la valorizza­zione delle strade bianche e la disciplina degli itinerari turistici denomina­ti «percorsi delle castagne». L’importante, insomma, non è la meta, ma il tragitto.



Le parole contano, altroché. Ecco perché servono nuove disposizione in materia di utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia» e loro sinonimi. Una specifica più che necessaria. Da mezzo secolo, infatti, la legge prescrive che questi tre termini – e derivati – devono essere riservati «esclusivamente ai prodotti ottenuti dalla lavorazione di spoglie di animali sottoposte a trattamenti di concia o impregnate in modo tale da conservare inalterata la struttura naturale delle fibre, nonché gli articoli con esse fabbricati». La proposta di legge in esame mette i puntini sulle i. Questi termini possono essere usati nei prodotti fabbricati con le spoglie di animali «purché eventuali strati ricoprenti di altro materiale siano di spessore uguale o inferiore a 0,15 millimetri». Altrimenti niente pelliccia. Ora siamo tutti più sicuri.

E se la moda è importante, come non può esserlo uno dei prodotti nostrani più amati? L’argento va così alle disposizioni per la tutela del gelato tradizionale italiano, con tanto di denominazione di qualità la cui promozione è affidata al ministero delle Politiche agricole, alimentari e fore­stali e alle Regioni. A questo si aggiungono dettagliate indicazioni sulle quantità di frutta necessarie perché il prodotto sia davvero doc.

Infine, il cono fa parte del patrimonio storico dello Stivale. Che va assolutamente valorizzato. Lo pensavano anche i promotori delle proposte che conquistano la prima posizione, e che riguardano l’istituzione della Regione Principato di Salerno, della Regione Romagna e di quella del Salento. Alla faccia dell’Unità d’Italia.

Anna Rahinò

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