Sessualità e minori. Quando si diventa consenzienti?

 

Sessualità e minori. La Francia si prepara ad una svolta legislativa in termini di abusi e aggressioni sessuali e dopo quasi un anno dallo scandalo della bimba di Montmagny, forse si è vicini ad una soluzione.

Può un rapporto sessuale essere consenziente quando si parla di minori? Qual’è il limite al di sotto del quale una persona può essere considerata adulta e pienamente padrona delle proprie azioni?

Questi sono alcuni degli interrogativi a cui si sta tentando di rispondere in Francia dopo lo scandalo del ventinovenne denunciato per aver consumato un  rapporto completo con una bambina di soli undici anni.

Fino ad ora infatti, al contrario delle altre nazioni, la Francia non aveva ancora stabilito un limite all’abuso. Sancendo così la non completa colpevolezza di chi usasse intrattenersi con minori in maniera “non violenta”.

Il caso di Sarah (nome scelto per la bambina dai giornali francesi) fece discutere proprio perché data la totale assenza di atti violenti o tali da indurre alla costrizione, il giudice scelse di assolvere l’imputato dalle accuse di stupro mosse dai genitori della bambina.

I fatti

L’episodio risale all’aprile del 2017 quando Sarah incontra il giovane, all’epoca ventottenne e padre di due bambini, all’uscita di scuola. L’uomo mostratosi particolarmente gentile con la bambina le chiede di seguirlo nel suo appartamento. Senza alcuna azione intimidatoria, sia chiaro. Secondo il giornale, Mediapart, una volta arrivati in ascensore, l’uomo chiede alla ragazzina, dopo averla baciata, di praticargli del sesso orale. La ragazza senza fare opposizione lo fa e lo segue in casa. Arrivati nell’appartamento i due hanno un rapporto sessuale completo ma una volta andata via, Sarah chiama la madre che avvisa immediatamente la Polizia.

Alla denuncia dei genitori della bambina però la procura sceglie di far partire un’indagine non per stupro ma per abuso sessuale appellandosi all’art l’articolo 227-25 in presenza di «alcuna violenza, alcuna coercizione, alcuna minaccia, alcuna sorpresa».

Abuso o aggressione

Il Codice Penale francese sancisce, in caso di rapporti con minori di 15 anni, una differenza tra abuso e aggressione, dettata dalla presenza o meno di atti intimidatori, violenti o che siano tali da prendere alla sprovvista una persona in quel momento posta in uno situazione di “svantaggio”.

È dunque aggressione tutto ciò che viene indotto da atti violenti, mentre è da considerarsi abuso tutto il resto. Diverso è anche il trattamento in termini di sanzioni. Chi abusa di minori è infatti obbligato a scontare una pena di cinque anni di reclusione e a corrispondere una multa di 75 mila euro, mentre per lo stupratore gli anni di carcere passerebbero a 20.

 

Minaccia, sorpresa o violenza fisica non sarebbero riconducibili al caso di Sarah, ragion per cui il giudice ha assolto il ventottenne dalle accuse di stupro. L’assenza di violenza è anche parte del ragionamento legislativo francese in termini di consenso.

La sua definizione in questo senso viene data in negativo associando alla ormai nota assenza di violenza, coercizione, minaccia e sorpresa anche l’espressione tendenziale del proprio consenso.

«La questione del consenso di una bambina di 11 anni non dovrebbe nemmeno essere posta»  afferma l’avvocato di Sarah Carine Diebolt. Per l’accusa, la differenza d’età sarebbe un palese esempio di coercizione diventato stupro all’atto della penetrazione. L’imputato avrebbe poi minacciato la bambina di rovinare la sua reputazione nel caso in cui avesse fatto parola dell’accaduto con qualcuno e questo, non pare essere esattamente far parte di un rapporto volontario.



La causa

Dopo le prime udienze svoltesi presso il tribunale di Potoise lo scorso settembre. Martedì 13 febbraio,  il tribunale penale si è dichiarato incompetente a trattare il caso.

Una vittoria per l’avvocato che rappresenta Sarah e i suoi genitori, perché significa che sarà probabilmente riqualificato come “stupro” e non come un semplice “abuso sessuale” e che per questo sarà di fatto valutato da una corte d’assise.

L’avvocato Diebolt ha messo in seria discussione l’inquadramento legislativo francese, al momento scarno per quel che concerne il consenso di minore. E ha incentrando l’attenzione degli attori verso lo scontato dominio psicologico che una persona maggiorenne può esercitare su di una ragazzina di undici anni.

Il presunto non consenso dato dall’età, in Francia è ancora risolto ad “un’età sufficientemente bassa” (Cassazione 2005) in base al quale la vittima “non possa avere alcuna idea di cosa sia la sessualità”. Una definizione vaga e fallace, che appende ad un filo la salute psicofisica di un minore.

Ma il caso di Sarah non è l’unico, a novembre, un’uomo era stato  prosciolto dall’accusa di stupro per le stesse ragioni. In quell’occasione, il governo aveva deciso di porre finalmente un punto sulla questione introducendo un’età minima per il consenso.

Ora, grazie al ministro  per l’Uguaglianza, Marlène Schiappa, e della Giustizia, Nicole Belloubet, la svolta sembra vicina.

Il nuovo progetto di legge contro la violenza sessuale  verrà discusso dal Consiglio dei ministri il prossimo 7 marzo.

Monica Bertoldo

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