La sessualità delle adolescenti: affrontare la paura e i messaggi negativi

Come i miti culturali e i messaggi limitanti influenzano la sessualità delle giovani ragazze

 

Immagina di essere un’adolescente in un mondo in cui il sesso è un argomento tabù. Sì, è proprio questo il contesto in cui viviamo oggi. In un’epoca in cui le informazioni sono a portata di clic, perché le ragazze continuano a ricevere messaggi confusi e spesso fuorvianti sulla sessualità? Recenti ricerche rivelano un fenomeno allarmante: le adolescenti si ritrovano sommerse da avvertimenti e messaggi unilaterali sulla sessualità, dove il sesso è descritto come un’arma a doppio taglio, pronto a infliggere danni irreparabili. Ma perché? È possibile che genitori, educatori e la società in generale temano di affrontare una conversazione così naturale?

I messaggi negativi e basati sulla paura

Uno studio pubblicato nel 2021 ha coinvolto 50 ragazze adolescenti, che hanno condiviso le loro esperienze riguardo all’educazione sessuale ricevuta. Molte hanno raccontato di essere state avvertite da genitori e insegnanti che “fare sesso è rischioso” e che “devi dire no“. Ma dove sono i messaggi sul piacere e sul consenso? E perché l’educazione sessuale sembra più un corso di sopravvivenza piuttosto che una guida per una vita sana e felice?

Immagina di trovarti di fronte a un operatore sanitario che ti descrive con toni drammatici i rischi legati al sesso, come fosse un film dell’orrore. Una delle partecipanti ha raccontato di come un operatore sanitario l’abbia terrorizzata parlando di malattie sessualmente trasmissibili e complicazioni del parto. E la madre? Le ha subito detto che avrebbe iniziato a prendere la pillola, senza nemmeno aprire una conversazione su cosa significasse realmente essere sessualmente attivi.

In paesi come la Svezia e la Danimarca, l’educazione sessuale è considerata un diritto fondamentale e viene insegnata in modo inclusivo fin dall’infanzia. In questi paesi, non si parla solo di prevenzione e rischi, ma anche di piacere, rispetto reciproco e consenso. Questo approccio ha dimostrato di migliorare il benessere sessuale e relazionale degli adolescenti, ragazze e ragazzi, riducendo il senso di vergogna e confusione che spesso circonda la sessualità nelle nostre culture. Le iniziative di queste realtà dovrebbero essere un modello di riferimento per tutti i paesi, soprattutto quelli che basano l’educazione sessuale su messaggi di paura.

In Italia non esiste una normativa a livello nazionale. L’educazione sessuale e all’affettività non è obbligatoria né nelle scuole, né a livello di enti territoriali. Le politiche e le pratiche educative dipendono spesso dalla discrezione dei singoli dirigenti scolastici. Le poche iniziative presenti sono basate su un approccio emergenziale, concentrato soprattutto sulla prevenzione di comportamenti a rischio, piuttosto che su una visione volta a promuovere il benessere sessuale e relazionale.

Stereotipi e doppio standard di genere

Ma questo non è un problema che riguarda solo le adolescenti. Il messaggio di fondo è chiaro: la sessualità femminile viene ancora percepita come un tabù.
Gli adulti sembrano più a loro agio a parlare di pericoli e rischi piuttosto che di piacere, consapevolezza e salute sessuale. Se l’educazione sessuale resta così focalizzata sul rischio, come possono le ragazze sviluppare un senso positivo della loro sessualità?

E per non dimenticare, i messaggi di genere giocano un ruolo cruciale. Mentre i ragazzi vengono incoraggiati ad esplorare la loro sessualità (anche in tempi brevi), alle ragazze viene più comunemente consigliata l’astinenza sessuale e viene posta maggiore enfasi sul preservare la “purezza” e rispettare le “norme morali”. Questo doppio standard è un retaggio di una società che fatica a liberarsi di idee ormai obsolete. Ma il femminismo ci insegna che tutte le donne meritano di avere il controllo sulla propria sessualità.

Negli Stati Uniti, organizzazioni come Planned Parenthood e piattaforme educative innovative come OMGYes stanno cercando di cambiare questa narrativa. OMGYes, ad esempio, è una piattaforma interattiva che educa le persone su come le donne possano sperimentare il piacere sessuale, basandosi su ricerche e testimonianze reali. Questi approcci puntano a eliminare il tabù intorno alla sessualità femminile e a promuovere una maggiore consapevolezza, soprattutto tra le adolescenti, spesso disorientate da messaggi contradditori e meramente negativi.

La necessità di un cambiamento

Il tempo è scaduto: è ora di un cambiamento. È fondamentale che i genitori, gli educatori e i professionisti della salute affrontino la sessualità femminile con una mentalità aperta e inclusiva. Le adolescenti non devono più sentirsi terrorizzate o confuse; meritano una educazione sessuale che celebri la loro autonomia, la loro capacità di scelta e il loro diritto al piacere. Sì perché il piacere non è solo prerogativa maschile e la donna non è solo responsiva nei confronti dell’uomo. È necessario normalizzare anche il ruolo attivo delle adolescenti nella sessualità.

Un esempio di approccio inclusivo e completo all’educazione sessuale è rappresentato dalla Comprehensive Sexuality Education (CSE), promossa dall’OMS. Questo modello non si limita a parlare di prevenzione e rischi, ma affronta temi cruciali come il rispetto, il consenso, la consapevolezza del piacere e l’uguaglianza di genere. L’educazione sessuale diventa così uno strumento per promuovere relazioni sane e positive, contrastando i messaggi limitanti e negativi che spesso circondano la sessualità, soprattutto quella femminile.

In questo contesto, ci troviamo di fronte a una sfida collettiva. Che sia a casa, a scuola o online, iniziamo a costruire un dialogo aperto sulla sessualità.
Dopotutto, la vera libertà non sta solo nel dire di no, ma anche nel dire sì a una vita piena, consapevole e soddisfacente.

Rivoluzionare l’educazione sessuale

In un mondo in cui le ragazze possono avere accesso a una vasta gamma di informazioni, non possiamo permettere che la loro educazione sessuale sia limitata da messaggi unilaterali e basati sulla paura. Parlare di sesso non dovrebbe essere un argomento temibile, ma una normale conversazione che miri a fornire tutti gli strumenti necessari per affrontare una delle esperienze più naturali della vita. Oltre ai discorsi su rischi, pericoli e precauzioni, è fondamentale offrire una visione più completa che eviti di dipingere l’esperienza sessuale come qualcosa di spaventoso.

Sessualità

 

Eleonora Roberto

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