Serena Williams è scesa in campo per difendere la parità salariale delle donne nere. La “regina” del tennis ha scritto una lettera alla rivista Fortune in difesa delle lavoratrici di colore. Tra le righe di protesta contro il “Gender pay gap”, la campionessa ha confessato aver subito diversi oltraggi a sfondo razziale durante la sua brillante carriera.
Il 31 luglio è una giornata importante per tutte le lavoratrici di colore americane. Questa data è stata scelta come “ Black Women’s Equal Pay Day” e rappresenta i giorni in più dalla fine dell’anno che una donna di colore è costretta a lavorare per raggiungere il salario di annuale un uomo bianco. Secondo le statistiche riportate dalla Williams sulla rivista americana i lavoratori americani guadagnano in media il 17% in più delle loro colleghe bianche. Mentre dislivello con le connazionali di colore raggiungerebbe il 37%.
Il dato più preoccupante fornito dalla tennista riguarda la totale assenza di consapevolezza tra la popolazione. Solamente 44 uomini su 100 sarebbero al corrente di queste ingiustizie salariali. Ancora una volta l’indifferenza diventa un elemento chiave per permettere alla discriminazione di andare avanti indisturbata e continuare a fare vittime
L’ex numero uno nel mondo del tennis si sente a tutti gli effetti membro della categoria che difende:
“ho fatto fatica ad inseguire i miei sogni perché sono donna, ma anche e soprattutto perché sono di colore. Molti mi dicevano di lasciar stare lo sport perché da nera non ce l’avrei mai fatta. Dei colleghi mi hanno mancato di rispetto in più occasioni e ho ricevuto insulti razzisti anche sui campi da tennis. Sconfiggere il razzismo è molto più difficile che battere il record dei “grandi slam”.
Ha raccontato la Williams.
Se Serena avesse dato ascolto a chi le consigliava di abbandonare il tennis non avrebbe mai vinto 23 titoli del grande slum, 5 Master Cup, 19 tornei “Premier” e 4 medaglie d’oro alle olimpiadi.
Grigorij Silaev