L’Emilia-Romagna stanzia fondi nel trasporto pubblico gratuito per chi è senzatetto
La Vicepresidente della Regione Elly Schlein e l’assessore Andrea Corsini hanno annunciato un fondo per garantire il trasporto gratuito per i senzatetto in Emilia Romagna. Esultano le associazioni laiche e religiose del terzo settore. Da marzo scorso il numero delle persone costrette a vivere per strada è aumentato in tutte le grandi città, dal Nord al Sud della penisola. L’arrivo – ormai quasi la fine – dell’inverno, ha aggravato la loro condizione.
Emergenza da freddo e da COVID
Proprio pochi giorni fa ha suscitato grande costernazione la notizia della morte di un clochard di fronte all’uscio di un bar di Torino, doccia fredda dopo lo scalpore dello sgombero forzato di tanti di loro dal centro storico del capoluogo piemontese. A Roma, a metà gennaio, la Comunità di Sant’Egidio denunciava già 9 morti dall’inizio dell’inverno. Proprio in séguito all’ennesimo decesso per povertà molti – tra cui il consigliere Stefano Fassina – chiedevano a gran voce alla sindaca Raggi l’apertura delle stazioni metro per offrire un improvvisato riparo.
Nessuna città italiana è salva dalle tristi cronache. Un’eccezione tra le amministrazioni è l’Emilia-Romagna, che ha stanziato un milione e mezzo di euro. Spetterà ai comuni usarli allo scopo. Sono previste anche agevolazioni per le famiglie numerose. Ricadrà sui servizi sociali comunali l’assegnazione del diritto a usufruire del trasporto gratuito.
Annose le richieste delle associazioni
L’amministrazione sembra aver preso coscienza di ciò che le associazioni – Avvocato di Strada, Caritas, Opera Madre Marella e altre – denunciavano da tempo: multe esorbitanti, fino a settantamila euro, addebitate a persone che non saranno mai in grado di pagarne nemmeno una cifra decimale. Normalmente i senzatetto che si spostavano, anche solo per raggiungere una mensa o un dormitorio, venivano fermati e multati.
Proprio Avvocato di Strada, per bocca del suo presidente, denunciava nell’aprile scorso le sanzioni nei confronti dei senzatetto per non aver rispettato il confinamento: come fosse una loro scelta. Quello di Bologna non era del resto l’unico esempio di abuso sui più deboli con il pretesto della normativa sanitaria: a Como un altro caso dimostrava come il vizio fosse duro a morire.
Lorenzo Palaia