Bisogna avere rispetto per le proprie lacrime: non le si può versare per futili motivi né per immeritate persone. Ogni lacrima ha la sua peculiarità, la sua consistenza, il suo peso: e lo studioso Maurice Mikkers lo ha dimostrato osservando le lacrime di un suo amico al microscopio (http://www.ultimavoce.it/per-ogni-lacrima-una-storia-unica/).
Ogni lacrima ha la sua origine, il suo carico di emozioni e il suo modo di lanciarsi nel vuoto, passando da uno zigomo e finendo su un cuscino, su una spalla amica, su un jeans o su una foto. Le lacrime hanno una loro dignità, un loro grande valore ed una loro precisa utilità.
Sul piano emotivo fungono da anestetico in quanto esprimendo un sentimento (che sia gioioso e che sia triste), permettono di sfogare tutto quello che la persona non può contenere, che non può nascondere, che non può soffocare: per questo, dopo un pianto, si avverte come una sensazione di sollievo, di liberazione: una vera e propria catarsi. Se poi il pianto avviene quando si è in compagnia di un’altra persona, esso acquisisce anche un significato a livello relazionale: lasciarsi andare, non omettere le proprie emozioni, i propri dispiaceri, le proprie ansie davanti a qualcuno è un evidente e bellissimo segno di fiducia, un lasciare che non vi siano barriere, nascondigli o falso buonumore, un promuovere un alto grado di intimità con l’altro, con l’altra. E chi è davanti a colui o a colei che piange, non approfitterà del momento delicato, anzi, recupererà le energie, le parole opportune, i gesti appropriati per dimostrare la sua presenza, fisica ed affettiva.
Inoltre, è scientificamente provato che le lacrime agiscano anche a favore del sistema immunitario poiché contengono il lisozima che è un enzima che serve a combattere l’attività batteriologica, proprio come la saliva e perché permettono al corpo di espellere le tossine in eccesso: se il pianto è provocato da una forte, importante emozione, le lacrime conterranno un maggior numero di ormoni prodotti dallo stress rispetto a quello contenuto da lacrime provocate da altri stimoli.
Questo per dire che piangere, paradossalmente, fa bene: a se stessi e a se stesse prima di tutto, alla relazione con l’altro o con l’altra e al proprio organismo e al suo funzionamento. Non vergognatevi di piangere: non ingoiate lacrime, anche perché questo non servirà a buttar giù anche il problema o il turbamento; non ostacolate il loro affacciarsi, non bloccate il loro lasciarsi cadere, non nascondete la loro traccia sul vostro volto: è segno di umanità e ad essere umani, umane non v’è nulla di vergognoso; piangono anche le persone forti, quelle determinate e quelle a cui ogni tanto piace apparire come ciniche e fredde: le lacrime sono una ricchezza di cui tutti, tutte disponiamo. E da cui si traggono anche i benefici appena elencati; unico avvertimento: non sprecatete, non svendetele, non barattatele con false compassioni.
Bisogna avere rispetto per le proprie lacrime come per quelle altrui. Perché ogni lacrima porta in sè un qualcosa di estremamente intimo, di estremamente delicato, di estremamente prezioso: una parte di voi stessi, di voi stesse e della vostra storia.
Deborah Biasco