Sentire di nuovo le gambe: i miracoli della protesi bionica

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Dalla protesi bionica alle gambe al progetto europeo NeuHeart: la ricerca italiana si conferma un’eccellenza nel mondo

Avere di nuovo la sensibilità alle gambe dopo un trapianto: accade a due pazienti amputati a cui è stata impiantata una nuova protesi bionica. È il primo caso al mondo. Gli esperti spiegano così il miracolo di sentirsi di nuovo le gambe: la protesi invia al sistema nervoso informazioni sul movimento del ginocchio e il contatto del piede col suolo. Questo accade grazie a un’interfaccia uomo-macchina che permette di percepire la protesi in modo più naturale.




Ci sono stati tre mesi di sperimentazione i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista  Nature Medicine.
Lo studio internazionale è stato coordinato dal Politecnico federale di Zurigo (Eth) con il contributo di Silvestro Micera della Scuola Sant’Anna di Pisa e del Politecnico di Losanna (Epfl).

In pratica, la stimolazione intraneurale permette di avere l’esperienza sensoriale. Tale stimolazione è in grado di fornire un feedback propriocettivo in tempo reale e in combinazione con un feedback tattile sensoriale. Il cervello riesce facilmente a combinare le informazioni in maniera efficace e i pazienti riescono ad utilizzarle in tempo reale con ottime prestazioni”, ha dichiarato Silvestro Micera.

Lo studio conferma le enormi potenzialità della stimolazione intraneurale con protesi bionica, finora sperimentata per la mano nell’uomo e per il nervo ottico nel modello animale.

Le altre sfide

Gli esperti hanno l’ambizione di sviluppare impianti per la stimolazione intraneurale permanenti e senza fili, per consentire di usare le protesi più a lungo e in modo più naturale. Per raggiungere questi risultati, è nata la startup SensArs di Francesco Petrini, che si pone come obiettivo quello di ripristinare la completa funzionalità degli arti superiori e inferiori delle persone che hanno subìto  amputazioni e danni al sistema nervoso.

Il progetto europeo per i cuori trapiantati

È una sfida tutta italiana quella di Silvestro Micera che, insieme a Vincenzo Lionetti della Scuola Sant’Anna, porta avanti il progetto europeo NeuHeart: un sistema che permette di controllare elettricamente i cuori trapiantati. Analogamente al meccanismo della protesi bionica, il collegamento avviene grazie a un’interfaccia elettronica tra il sistema nervoso autonomo del ricevente e i nervi salvati dell’organo trapiantato. Capofila dell’iniziativa è la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con tre istituti di ricerca (Istituto di Biorobotica, Istituto di Scienze della Vita e Istituto Dirpolis).
Il progetto di ricerca è stato finanziato con 5 milioni di euro dalla Commissione Europea, all’interno del Programma Fet (Future and Emerging Technologies).

Marta Fresolone

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