Il rapporto tra la crisi economica ed il calo delle nascite è piuttosto intuibile, ma anche un fenomeno sempre più in espansione in numerosi stati. La demografia infatti nella maggior parte dei casi può mettere in luce l’andamento di un paese e ciò che emerge è che siamo sempre di meno.
Per quanto ci riguarda, secondo i dati dell’Istat, in Italia la popolazione è ferma. O peggio, c’è la tendenza alla diminuzione (la popolazione ammonta a 86mila unità in meno all’anno precedente e la natalità è a livelli minimi). Non si può però continuare ad accumulare tutta la colpa ai giovani, ai quali viene rimproverato di restare troppo legati al nido (necessariamente) o alle donne, accusate di preferire la carriera alla famiglia; anche la teoria dei ‘bamboccioni’ non può sempre sostituire le altre valide cause del problema, per altro non solo nazionale. Dunque cos’è che porta a questa situazione?
Sicuramente in questi ultimi anni c’è stato un cambio di paradigma, i figli vengono visti come un costoso impegno che impedisce di godersi la vita (in tanti paesi europei un terzo delle donne sceglie di non avere figli); ma oltre a chi volontariamente la pensa così, c’è quella schiera di giovani che vorrebbero invece fortemente costruirsi una famiglia ma le circostanze economiche e sociali non glielo permettono.
Ci avrà visto lungo Erdogan quando tempo fa disse ai suoi connazionali sparsi in Europa “fate almeno cinque figli, il futuro è vostro”? Certo, ci fossero le condizioni per assicurare una vita dignitosa ad ogni erede sarebbe più semplice immaginare di appropriarsi del futuro.
Tuttavia il caso che più sorprende e meno ci si aspetterebbe, è quello del Giappone: per la prima volta da quando esiste il censimento delle nascite, la popolazione è in calo.
È curioso, perché in questa potenza asiatica, al contrario di altri paesi, l’economia sta andando bene, ma come succede anche in Occidente, ad aumentare è l’occupazione precaria o irregolare. Ed eccolo qui dunque il principale avversario: il precariato.
In questo caso, la cultura gioca un ruolo importante, in quanto in Giappone persiste l’idea che l’uomo deve obbligatoriamente avere un posto fisso per essere considerato desiderabile. Tuttavia, questa forma di pensiero non rientra nella mentalità occidentale in genere.
Certamente ci sono più fattori che giocano a favore di questa situazione negativa che al momento purtroppo non sembra dare cenni di miglioramento. Ci sarà una ripresa nelle generazioni future?
Roberta Rosaci