Lo chiamano semen terrorism in Corea. Questa espressione è impiegata per definire tutti quei casi in cui gli uomini eiaculano di nascosto su un qualche oggetto di proprietà di una donna, o nascondono un oggetto, contenente il loro eiaculato, in un qualche oggetto che appartiene a una donna.
Finora questi casi venivano, al massimo, puniti per danni alla proprietà (dall’inglese ‘property damage’). Cioè considerati al pari di un qualsiasi danneggiamento materiale di un oggetto appartenente a un’altra persona. Ora, dato il crescente numero di proteste, assieme a quelle #MeToo, le cose sembrano cambiare. I politici della Corea del Sud stanno cercando di apportare modifiche al sistema legale al fine di rendere il semen terrorism un crimine sessuale punibile.
Alcuni numeri sui crimini sessuali in Corea
Secondo quanto riportato da WION, durante il 2019 la polizia sudcoreana ha riscontrato circa 10.000 casi di violenza domestica, dove il 98% delle vittime è una donna. In Corea del Sud, i rapporti annuali stimano un femminicidio ogni 1,8 giorni e 3,4 denunce di crimini sessuali ogni ora.
Sempre durante il 2019 fece scalpore un problema epidemico che prese il nome di Molka, ovvero il filmare di nascosto contenuti di natura sessuale. Ciò avvenne soprattutto nei bagni, nelle metro e nelle camere di hotel. E portò alla denuncia di 6.465 persone nello stesso anno, ma delle quali solo 5.437 furono arrestate e solo 119 (il 2%) condannate.
Alcuni episodi di semen terrorism
Risale al 2018 il caso di un uomo che mise un preservativo, contenente il suo sperma, nella borsa di una donna in una stazione metropolitana di Seul.
È nel 2019 che un uomo, che eiaculò sulle scarpe di una donna, fu multato con 500.000 won ($435) per danni alla proprietà. Mentre un altro, per vendicarsi del corteggiamento andato male, mise il suo sperma nei caffè della corteggiata per 54 volte. Ma non venne mai riconosciuto come crimine.
Nel maggio di quest’anno, un caso analogo. Un impiegato statale ha eiaculato di nascosto 6 volte in 6 mesi nel caffè di una sua collega. Ma con una semplice accusa di danni alla proprietà, è stato multato 3 milioni di won . Il tribunale decretò che questa azione “rovinasse” l’utilità del contenitore.
Questi sono solo alcuni dei molti casi di semen terrorism che i media locali continuano a segnalare.
Perché il semen terrorism non è considerato ancora un crimine sessuale
Secondo quanto riporta The Guardian, su 44 casi recenti di semen terrorism denunciati alla polizia, 26 sono stati accusati di molestia e 17 di danni alla proprietà. Questi numeri suggeriscono che esiste un’interpretazione divergente delle leggi già esistenti, e che servono, per questo, delle modifiche.
Infatti, secondo la legge attuale sudcoreana, i crimini sessuali che possono essere puniti sono limitati ad aggressioni sessuali o stupri oppure a crimini sessuali digitali che comportano il contatto fisico o le riprese e la distribuzione illegali di quest’ultime.
Coloro che fanno semen terrorism si approfittano dunque di questa falla legale per non essere accusati di crimini sessuali, in quanto non viene visto come implicante un contatto fisico.
È per questo motivo che Baek Hye-ryun, un deputato del Partito Democratico della Corea del Sud, si è fatto avanti. Baek ha infatti presentato lo scorso mese un emendamento all’assemblea nazionale della Corea del Sud. Questo emendamento includerebbe come crimine sessuale anche il semen terrorism.
Questo perchè, per usare le parole del deputato rilasciate al The Guardian, «I crimini sessuali devono essere interpretati dal punto di vista della vittima», e pertanto devono essere inclusi, tra i crimini sessuali, anche quelli che non prevedono un contatto fisico diretto.
Leonardo Mori