Selma Selman, “the most dangerous woman in the world”

Selma Selman

Painters palette

Il titolo “The most dangerous woman in the world” è la definizione che Selma Selman ha dato a sé stessa. Classe 1991, è un’artista e attivista bosniaca-erzegovina. Vive e lavora tra Bihać e New York. La sua pratica artistica è multidisciplinare e spazia tra performance, installazioni, video arte e pittura, ispirandosi sempre alle sue origini Rom.

Selma Selman e’ nata e cresciuta a Bihać nel villaggio della comunità rom Ruzica sul nord-ovest della Bosnia-Erzegovina. Nella sua carriera artistica è passata per molti istituiti importanti credendo che l’istruzione possa essere il mezzo necessario per elevarsi. Si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Luka e ha conseguito un master in Transmedia and Performing Arts presso la Syracuse University a New York. Ha esposto ampiamente in Europa e negli Stati Uniti e i suoi lavori sono inclusi in numerose collezioni internazionali. Ha partecipato al padiglione FutuRoma alla Biennale di Venezia 2019 e nel 2021 le è stata conferita la residenza artistica Rijksakademie ad Amsterdam. Selman è ritenuta una degli artisti più importanti della Bosnia-Erzegovina.

Arte come lente

Nonostante il suo lavoro diventi sempre più conosciuto, Selma Selman non si è mai dimenticata delle sue origini: il suo linguaggio artistico si ispira costantemente alla sua storia personale e a quella della sua famiglia. Dal background da cui proviene esplora questioni relative ai matrimoni precoci, il ruolo delle donne nella comunità rom e all’istruzione che prevalentemente è garantita agli uomini. L’obiettivo di Selman è abbattere il pregiudizio che essenzializza la comunità rom al minimo comune denominatore, negando alle persone l’espressione di sé.
Selman utilizza il suo background personale come una lente alla quale può comprendere la condizione umana universale e le sue idiosincrasie.

Metallo universale

Guardando i suoi lavori si nota in maniera prevaricante l’uso di materiali metallici: li usa come tela su cui dipingere scene di vita quotidiana, come fogli su cui scrivere lettere d’amore e  assumono anche l’idea di un muro su cui imbrattare insulti che le sono stati rivolti.
É un materiale con cui si sente molto a contatto poiché la sua famiglia trasforma i rifiuti metallici in una risorsa preziosa per la sopravvivenza quotidiana la quale dipende da questo stesso identico lavoro, dove metallo e motore vengono venduti nei centri di riciclaggio.
Nella sua performance Mercedes Matrix, Selma Selman ( insieme a suo padre, fratelli e cugini) distrugge e disassembla una Mercedes dimostrando che se questo lavoro viene riciclato nel dominio dell’arte, acquista valore come opera d’arte e mostra il potenziale dell’arte di trasmutare valore proprio come la sua famiglia ha trasmutato il valore dei rottami metallici come metodo di commercio.  Dimostra lo stesso potenziale di azioni trasformative in qualsiasi corpo.

 

Performances

You Have No Idea è una performance conseguita durante le elezioni 2020 negli Stati Uniti. Selma Selman si pone in una condizione poco sicura (per strada) urlando, piagnucolando, sussurrando la stessa frase per più di mezz’ora: “YOU HAVE NO IDEA!”.
In bilico tra vulnerabilità e violenza, fino all’esaurimento e all’annientamento di sé, Selman ci urla questa frase senza mai smettere per dirci che nessuno può sapere la presenza o l’assenza di dolore della vita di qualcun altro. Selman, recitando quella frase come una litania, resiste a presunzioni di genere, razzializzate e altrimenti codificate sulla sua identità ed esperienza.

In Superposition, Selman si pone questa volta come allenatrice, combattente e avversaria di sé stessa prendendosi a pugni, incoraggiandosi e difendendosi allo stesso tempo. Questa performance espone e neutralizza le contraddizioni delle identità percepite in tutte le relazioni, spazi, tempi e corpi. Il suo corpo e la sua identità di rom, donna e immigrata possono diventare tutto ciò che è necessario secondo le circostanze.

Tutte siamo pericolose

Per questo, Selma Selman si definisce “la donna più pericolosa del mondo” . Una donna che grazie alle sue origini geografiche ed etniche non solo abbatte Mercedes, lavatrici e patriarcato, ma abbatte soprattutto i confini del razzismo di classe.

Spiega, inoltre, che la denominazione di “The Most Dangerous Woman in the World” (la quale assume anche il titolo di una mostra personale) è la definizione di una lotta collettiva che spaventa il sistema patriarcale, il quale preferisce le donne e le comunità minorizzate, genuflesse e silenti.


“Essere la donna più pericolosa del mondo significa che tu non sei in silenzio, ma che alzi la voce per cambiare ciò che vuoi e per essere nel potere del tuo corpo e nel potere dei tuoi pensieri”

 

Marš u školu

Significativa, oltre alla sua pratica artistica, è anche la cura che Selman pone nelle questioni sociali. Per lei l’istruzione è stato motivo di emancipazione e indipendenza e crede, altrettanto, che lo possa essere per molte altre ragazze.

Attraverso eventi di raccolta fondi e vendita delle sue opere d’arte, ha finanziato e diretto personalmente il progetto “Get The Heck back to school”. È un progetto fondato nel 2017 per l’istruzione delle ragazze Rom, aumentando il tasso di laurea dal 15% al 95% nella sua città natale Bihać. A partire da 5 bambini nel 2017, nell’anno scolastico 2019/2020 il fondo prevede borse di studio per 12 e buoni pasto per 45 bambini.

Fornendo questo sostegno finanziario diretto ai bambini, il progetto non solo li incoraggia ad andare a scuola, ma assiste anche le famiglie che altrimenti farebbero lavorare i loro figli insieme ai genitori. Il progetto si rivolge in particolar modo alle ragazze, poiché le comunità Rom tradizionali favorirebbero gli investimenti nell’istruzione dei figli maschi. Inoltre, incoraggiando all’istruzione si elimina la pratica dei matrimoni precoci che spesso impediscono il proseguimento degli studi.

 

Giusi M. Puglia

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