I giovani ci sono. Ci sono sempre, loro. Con i loro sogni e le loro ambizioni. Con il ricordo di un impegno instancabile e con la fierezza di una dedizione imperterrita.
I giovani ci sono sempre, accogliendo ed accettando un presente diverso dal futuro che sognavano. Ci sono, ci sono: a testa alta e con mano pronta. E lo dimostra la loro presenza, soprattutto quando essa si rivela all’interno di esperienze che non rispondono ai loro desideri. Lo dimostra la loro voglia di fare, di creare, la loro voglia di essere attivi, attive.
Con tutto questo, un gran numero di giovani sta partecipando alla selezione per lustrascarpe che si sta tenendo a Palermo: un’iniziativa del Confartigianato provinciale guidata da Nunzio Reina che ha già programmato una decina di postazioni nei punti nevralgici della città. Molti dei giovani che stanno concorrendo, posseggono una laurea: ed è questo il loro punto forte.
Perché lo studio, i libri, il sapere insegnano a conoscersi, a scoprirsi e a mettersi alla prova. Perché nelle biblioteche non si apprendono solo vocaboli, definizioni e contenuti ma si impara a muoversi tra corridoi sconosciuti, alti scaffali e fitti ripiani; perché nelle biblioteche si impara il silenzio come forma di riflessione e come forma di rispetto, rara virtù; perché nelle biblioteche si apprende che non è importante “dove” ma “come” e si impara che ogni ambito, ogni professione, ogni passione ha la sua dignità: perché questa è di chi svolge il lavoro in maniera onesta; e perché in biblioteca si comprende anche che non si può perdere del tempo aspettando che le cose cambino. Bisogna provvedere personalmente al cambiamento e questo non ha nulla a che fare con la noia e la staticità: occorre camminare, correre, spostarsi… per questo, risulta necessario iniziare dai piedi, dalle scarpe. Anche da quelle altrui.
Affinché si smetta di dire che i giovani son comodi e le giovani esigenti, affinché si smetta di giudicarne le scelte e di scoraggiarne i sogni, affinché si smetta di definirli e definirle scansafatiche se chiusi e chiuse in biblioteca: ad adattarsi, ad accettare e ad accogliere ogni opportunità, lo si impara anche dai libri.
A Palermo sono lì in fila, con la speranza di essere assunti ed assunte per lustrare le scarpe a chi lo chiederà: perché tutto inizia sempre dai piedi, dalle scarpe, dalla strada. Tutto inizia sempre con il passo pronto, lo spirito carico e lo sguardo sicuro. Tutto inizia sempre dalla consapevolezza che ogni posto è quello giusto se si riesce a sentirlo proprio.
Tutto ha un inizio e a volte esso può stupire e a volte può deludere ma ciò che conta, è iniziare.
Solo chi non si stanca mai di iniziare, di ricominciare, di cambiare è anche capace di rinascere…
Deborah Biasco