Sei davvero libera di abortire?

Libera di abortire

fonte immagine: gentile concessione di Libera di Abortire

Libera di Abortire: la campagna che rompe i tabù

La campagna Libera di Abortire, promossa da Radicali Italiani, Uaar, e altre associazioni, parte dal presupposto -più che fondato- che in Italia una donna non sia effettivamente libera di abortire.





La campagna fornisce informazioni sull’interruzione di gravidanza, contribuendo a colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni. Si tratta di informazioni riguardanti ogni aspetto del percorso: da cosa fare se si è minorenni a ciò che non è giusto subire. Non solo: Libera di Abortire muove un appello al Governo italiano. E si rivolge in particolare al Ministro della Salute Roberto Speranza. Nell’appello sono riportate varie richieste volte a rendere sicuro e privo di ostacoli il percorso per l’ivg. Questo infatti è boicottato dalla massiccia presenza di obiettori di coscienza, reliquia natalista di uno stato laico solo sulla carta. Ma anche stigmatizzato da visioni colpevolizzanti e disinformazioni non scientificamente fondate.

Libera di Abortire in tour: informazioni e proposte attuabili

La campagna è stata un successo. Se così si può chiamare l’emersione di numerosissimi casi di richieste di aiuto di donne in difficoltà con l’interruzione di gravidanza, per lo più a causa di un eccessivo numero di ginecologi obiettori. Per questo motivo, le attiviste e gli attivisti coinvolti hanno deciso di fare rete. E hanno stabilito al momento tre incontri sparsi per l’Italia.

Ieri, venerdì 4 febbraio, la campagna ha aperto il tour con un evento-inchiesta a Roma, dove è anche stato proiettato il documentario Italy’s Fetus Graveyards, che ruota attorno all’esperienza di Francesca Tolino, che ha scoperto una tomba a suo nome al Cimitero Flaminio di Roma dove, senza il suo consenso, era stato seppellito il feto da lei abortito.  L’attivista, ormai esposta mediaticamente da circa tre anni, ha senz’altro aperto la strada per la rottura di un tabù. Oggi, la campagna guidata da lei e da altre attiviste, continua ad accendere i riflettori sul tema aborto. Lo scopo è anche quello di alimentare un dibattito politico quanto più trasversale possibile. “Facciamo pressione sulle istituzioni affinché garantiscano a tutte un aborto sicuro e civile, mettendoci a disposizione e condividendo il bagaglio di informazioni, materiali e dati da noi raccolti” ha detto l’attivista.

Il 6 febbraio la campagna sarà a Milano mentre il 12 le attiviste saranno a Firenze.

Se il merito dello scandalo del cimitero dei feti è sicuramente quello di aver scioccato e attirato l’opinione pubblica, speriamo ora che si rompano tutti gli altri tabù. Affinché nel nostro paese, civile e laico, si possa abortire o partorire in maniera sicura.

 

Irene Tartaglia

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