Termina con due arresti l’operazione Security Danger, che da circa un anno indaga sul caso dei migranti impiegati come addetti alla sicurezza dei concerti.
Termina oggi l’operazione Security Danger portata avanti dal corpo dei carabinieri di Reggio Emilia, capitanati dal comandante Cristiano Desideri. Un caso che ha portato alla luce sconcertanti rivelazioni sull’impiego dei migranti come addetti alla sicurezza e al controllo all’ingresso. Tra gli eventi presi in esame nel corso delle indagini compaiono il concerto dei Guns’s Roses, il concerto-evento di Vasco Rossi a Modena e quello dei Rolling Stones a Lucca. Non si sta quindi parlando di sagre di paese, ma bensì di concerti che richiamano l’attenzione di decine di migliaia di persone. Sottoposte, utilizzando le parole del comandante Desideri:
Ad un rischio incommensurabile in termini di sicurezza, in un periodo di elevata sensibilità e attenzione in tema di potenziali attentati terroristici
Security Danger: nessun controllo del personale
Sono quattro le ordinanze cautelari scattate nella mattinata di oggi, nel mirino un modenese di 38 anni e un bolognese di 63, entrambi titolari di due importanti società di sicurezza, e due pregiudicati campani, madre e figlio. Questi ultimi, già noti alle forze dell’ordine perché coinvolti nel 2016 nel’operazione Deep Impac, sono al momento in stato di arresto. Per i due imprenditori è scattata invece l’interdizione di 12 mesi dell’esercizio di attività imprenditoriali.
Stando a quanto emerso dalla fine delle indagini, coordinate dal pm Valentina Salvi, i due campani avrebbero agito attraverso una ditta falsamente operante nel settore del portierato, con la complicità delle due società di sicurezza, formalmente titolari dei contratti di appalto con gli organizzatori. Sono state circa un centinaio le persone reclutate e dotate a poche ore dall’inizio dei concerti di tesserini di riconoscimento con le iscrizioni della Prefettura di Napoli che attestavano, falsamente, la pubblica certificazione di addetti alla sicurezza.
Nomadi, pregiudicati e richiedenti asilo venivano impiegati in nero anche per 15 ore al giorno. Tutti reclutati con il passa parola o per mezzo di siti in rete dove abitualmente si incrociarono la domanda e l’offerta di lavoro. Gli addetti alla sicurezza una volta assunti venivano fatti accedere nell’area dei concerti. Qui, senza alcun controllo e nessuna preparazione professionale, dovevano occuparsi della gestione della sicurezza.
Emanuela Ceccarelli