Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha prestato giuramento e ha dato inizio al suo secondo mandato presidenziale che durerà fino al 2025.
Ma molti leader politici dichiarano illegittima la sua presidenza.
Nicolas Maduro è considerato un leader illegittimo dalla maggioranza della comunità internazionale: dalle opposizioni agli osservatori internazionali, fino a diversi governi stranieri non considerano valide le elezioni svolte lo scorso maggio (vinta da Maduro col 70% dei voti). Non a a caso, alla cerimonia di giuramento mancavano numerosi leader politici: non erano presenti né i rappresentanti dell’Unione europea, né degli Stati Uniti, fino al cosiddetto “Gruppo di Lima” che comprende 14 Stati del continente americano (buona parte del Sud e del Centro America).
Le reazioni nel mondo al secondo mandato di Maduro
Oltre all’Assemblea nazionale, principale oppositore politico in Venezuela, che aveva già fatto la sua dichiarazione qualche giorno fa, numerosi altri leader politici hanno dichiarato illegittima la presidenza di Maduro.
Il presidente del Paraguay, Mario Abdo, ha annunciato l’interruzione dei rapporti diplomatici col Venezuela e il conseguente ritiro dei diplomatici paraguiani da Caracas. In linea con queste dichiarazioni, anche le posizioni degli altri Paesi latinoamericani (Argentina, Colombia, Ecuador, Perù) appartenenti al Gruppo di Lima.
Ma in Sud America, anche Cile e Brasile hanno dichiarato ufficialmente di non riconoscere la legittimità del capo dello Stato venezuelano: il presidente cileno Sebastian Piñera ha comunicato in una nota ufficiale “il Cile non riconosce la legittimità del regime di Maduro“, mentre il ministro degli Esteri brasiliano, anch’egli in una nota ufficiale, ha definito “illegittimo” il governo del presidente Maduro.
Anche gli Stati Uniti hanno dichiarato, mediante una nota del consigliere della Casa Bianca per la Sicurezza nazionale, John Bolton, che non solo non riconoscono valida la presidenza di Maduro, ma che “continueranno ad aumentare la pressione su questo regime corrotto, a sostenere l’assemblea nazionale e a chiedere la libertà e la democrazia in Venezuela“.
Infine, l’Unione Europea, tramite un comunicato dell’Alto rappresentate Ue Federica Mogherini. dichiara:
Le elezioni presidenziali in Venezuela non sono state né libere né eque, il risultato manca di qualunque credibilità. L’Unione europea si rammarica profondamente che la richiesta di nuove elezioni presidenziali, in linea con gli standard democratici internazionalmente riconosciuti e con l’ordine costituzionale venezuelano, sia stata ignorata, e che il presidente Maduro cominci oggi un nuovo mandato sulla base di elezioni non democratiche
E’ probabile che in queste ora anche altri Stati non riconosceranno la presidenza di Maduro, il quale, da parte sua, non è disposto a tirarsi indietro e andare avanti.
Domenico Di Maura