Mentre in Piazza Duomo sventolano le bandiere nere e blu di vittorie calcistiche basta attraversare la Galleria Vittorio Emanuele per ritrovarsi catapultati in un’atmosfera piena di passione e fermento. Sotto la pioggia i giovani delle Scuole Civiche intonano il coro muto della Madama Butterfly di fronte a Palazzo Marino, dove si sta svolgendo il consiglio comunale.
Sono gli studenti delle Scuole Civiche di Milano che protestano per i tagli previsti dal Comune di Milano: ben il 65% in tre anni secondo il piano esecutivo di gestione. La Fondazione delle scuole civiche è un ente fondato e sostenuto dal comune di Milano e contiene al suo interno quattro scuole di alta formazione: la scuola di cinema Luchino Visconti, la scuola interpreti e traduttori Altiero Spinelli, la Scuola di musica Claudio Abbado, la scuola di teatro Paolo Grassi.
Oltre a docenti e studenti delle Scuole Civiche ci sono i sindacati. Gianluca Maritato, segretario Uil Fpl di Milano dice:
Chiediamo al comune di Milano che è l’unico investitore di continuare a investire sulla cultura milanese. Con questi tagli le rette per gli studenti delle Scuole Civiche aumenteranno e questo non è accettabile. Il Comune ha risposto che in fase di assestamento di bilancio potrebbero occuparsene. L’assestamento di bilancio avverrà tra luglio e settembre. Ma sono parole, non c’è niente di concreto, inoltre potrebbe essere troppo tardi, a settembre i corsi iniziano e i ragazzi non possono rimanere in attesa. Con 1200 collaboratori esterni, oltre i 200 contrattualizzati, con i tagli previsti sarebbe impossibile continuare i corsi.
Oltre ai tagli previsti dal Comune, è previsto che la Fondazione delle Scuole Civiche venga spostata nel nuovo Polo Bovisa-Goccia progettato dallo Studio Renzo Piano, che pare non rispondere minimamente alle esigenze didattiche delle varie scuole, come se fosse mancato un dialogo tra la Fondazione e lo Studio di architetti. Sembra incredibile che uno studio di così rinomata importanza non sia stato capace di centrare le necessità delle Scuole Civiche.
Silvia Testoni docente di solfeggio e canto corale mi assicura:
Noi della Paolo Grassi chiediamo di rimanere nella nostra sede di via Salasco, la sede della Bovisa non risponde alle nostre esigenze. Una scuola di teatro che non ha il teatro è possibile? Inoltre la Fondazione delle Scuole Civiche non si è mai occupata di trovare degli sponsor nonostante questo sia possibile dal 2020. Se si fossero trovati dei finanziatori, il problema dei tagli sarebbe risolto. Saliranno le rette in scuole che hanno tantissime domande di ammissione, precludendo a molti la possibilità di formarsi.
Gli studenti si fanno spazio nel dibattito
Mentre i giovani della scuola di musica suonano i Pagliacci e la Marcia Funebre, è il turno degli studenti della Paolo Grassi che si esibiscono in una travolgente performance sotto a una pioggia che diventa parte dello spettacolo, incessante metafora di una generazione che chiede solo di crescere e sognare e una politica che nega il dialogo.
Cecilia Castronovo, rappresentante degli studenti, mi racconta che stanno procedendo in grande unità con i direttori e i docenti dei vari poli. Sembra che sia la Fondazione delle Scuole Civiche, nonostante i tanti incontri e riunioni, incapace di farsi portavoce delle istanze della scuola.
Siamo in un dialogo aperto, domani incontreremo Marco Edoardo Minoja, ma non abbiamo mai visto cose concrete. Dovrebbero impegnarsi a dialogare con il Comune. Abbiamo l’impressione che il consiglio di amministrazione non sappia niente delle nostre scuole, di musica, di teatro, di arte. Chiediamo una scuola civica.
Anche Cecilia mi fa presente che lo spazio previsto dal progetto Bovisa-Goccia non è adatto. Per questo gli studenti delle Scuole Civiche hanno deciso di farsi ascoltare.
Con i nostri mezzi artistici vogliamo entrare in contatto con la cittadinanza perché sia informata sui tagli previsti. Abbiamo fatto cinque giorni di autogestione, con la didattica che è andata avanti senza problemi. Ci siamo divisi in gruppi di lavoro, comunicazione, azione, parte artistica che ha creato le performance di oggi. Abbiamo un canale social dove si possono recuperare tutte le informazioni e firmare la nostra petizione.
A sostenerli c’è anche Giorgio Ubaldi direttore del coro delle scuole civiche di Jazz:
C’è stata da parte di questi ragazzi una fioritura di creatività e disciplina davvero formidabile. Le civiche sono un patrimonio della città.
La pioggia non smette di scendere e i giovani delle Scuole Civiche non smettono di cantare e trasformare la loro lotta in un’esplosione di creatività che coinvolge e incanta i passanti.
Anch’io sono stata allieva delle Scuole Civiche. Ho un debito di gratitudine verso quel tempo di alta formazione e i suoi maestri. E’ nelle parole di un mio ex compagno, Lucio Besana, conosciuto davanti al portone di quella scuola, che ritrovo me stessa e la vera grande missione di quella scuola:
La Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, che come istituto di formazione nei mestieri del cinema è considerata seconda solo al Centro Sperimentale di Roma, è stata la ragione principale per cui un campagnolo figlio di un’insegnante d’arte e di un geometra, senza soldi, cognomi importanti e santi in paradiso, ha ricevuto una formazione abbastanza completa e competitiva da arrivare ai tavoli di sceneggiatura di Netflix.
Insieme a me, ogni mattina, davanti al portone della scuola, intirizziti e mezzo storditi dalle poche ore di sonno sul divano di un compagno di classe, a volte con più di un’ora di viaggio alle spalle, ma motivati da una passione più simile a una fame, si radunavano tanti altri che non potevano permettersi le rette di IULM, Holden e NABA, talenti veri ma con possibilità economiche limitate che grazie alla Civica sono diventati registi, montatori, sceneggiatori, operatori di ripresa, animatori, produttori, direttori della fotografia, tecnici del suono.