Due modelli a confronto: la scuola asiatica contrapposta a quella europea ed occidentale.
Tempo fa sui social girava una foto postata da una mamma che protestava contro i troppi compiti della figlia. L’immagine riprendeva un foglio di diario in cui la signora giustificava il mancato svolgimento dei compiti in quanto la bambina aveva il diritto di impiegare il suo tempo anche in attività ricreative.
Come è prassi di fronte a situazioni del genere, tutti si sono schierati: chi a favore della causa, chi contro la presunta superficialità della madre.
L’istruzione sta alla base del buon funzionamento di ogni società che si voglia definire civile. Ecco perché è essenziale che esse venga attuata con attenzione e giudizio.
Caricare un bambino o un ragazzo di compiti, riempiendolo di concetti e nozioni che difficilmente terrà a mente per più di qualche mese, può non essere la via più indicata. Per tali motivi il sistema scolastico finlandese, giudicato da molti come il migliore, non prevede l’assegnazione di “compiti per casa”. E allo stesso tempo all’insegnamento frontale alternano laboratori di cucina e di lavorazione tessile. Inoltre puntano molto sulla crescita personale dell’individuo.
Tutta un’altra storia è il modello scolastico asiatico. L’istruzione in Corea del Sud, risultata la migliore al mondo secondo una classifica del 2012, segue una linea molto differente da quella che si ha in Europa. Già alle scuole medie i bambini sperimentano un ritmo di studio molto intenso.
Non solo ai genitori preme che i figli studino il più possibile, ma gli stessi studenti affrontano con grande dedizione lo studio giornaliero che non si esaurisce con la fine delle lezioni. Infatti, per incrementare le loro possibilità di accesso ad una Università prestigiosa, i ragazzi delle superiori seguono anche lezioni private. Al tutto bisogna aggiungere anche le attività ricreative che gli stessi istituti scolastici organizzano.
Mentre in Cina, Giappone e Corea del Sud ogni bambino è consapevole che il suo futuro dipende esclusivamente dai suoi risultati accademici e che quindi ha tutto l’interesse di passare ore e ore sui libri con l’ambizione di frequentare università prestigiose e trovare un buon impiego, in Europa, così come negli Stati Uniti, la scuola rappresenta spesso una seccatura a cui non solo i ragazzi non riconoscono particolare importanza, ma che persino i genitori sottovalutano.