Gli insegnanti del Regno Unito in prima linea per combattere i cambiamenti climatici, sotto il motto di “Knowledge is power”.
Se è vero infatti che “la conoscenza è potere” è imprescindibile partire da una giusta educazione.
A centinaia si stanno iscrivendo al corso per l’accreditamento ONU al “Climate Change Teaching”, ovvero la qualifica che consente di tenere lezioni specifiche sulle cause, gli effetti, le fasi di mitigazione e le possibili strategie di risoluzione dei cambiamenti climatici che affliggono il nostro secolo.
Il programma di formazione dell’ EduCCate Global approvato dalle Nazioni Unite, interamente finanziato e rivolto ai docenti delle scuole primarie e secondarie, include cinque moduli quali “Bambini e cambiamenti climatici”, “Città e cambiamenti climatici”, “Genere e ambiente”, “Salute umana” e “Regime giuridico internazionale”. Una volta accreditati, gli insegnanti hanno la possibilità di scaricare o condividere risorse sulla comunità globale di eduCCate.
Dopo il successo della piattaforma online, Melanie Harwood, co-fondatrice di EduCCate Global, è già proiettata allo step successivo: “Tra un anno desideriamo che questa risorsa sia presente sui nostri telefoni, in modo che ogni bambino abbia accesso ad essa”.
Non solo quindi nozioni scientifiche sul cambiamento del clima, gli effetti sulla salute umana e sulla biodiversità, ma anche piani d’adattamento e di risoluzione della crisi, rudimenti di finanza e di negoziati internazionali, per formare l’umanità eco-sostenibile del futuro.
“Mano a mano che gli studenti crescono, dovrebbero sentirsi sufficientemente forti e sicuri da richiedere a gran voce misure per la mitigazione della crisi ambientale da parte di politici, industrie o aziende”. A parlare è la professoressa Meryl Batchelder, una delle prime ad aver completato il corso, divenuta poi ambasciatrice ONU per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ed attiva promotrice del progetto.
“L’insegnamento del cambiamento climatico dovrebbe essere il filo conduttore di tutte le materie. Al fine di garantire che i miei allievi apprezzino alcune delle grandi questioni sulla Terra, ho collegato tutti gli argomenti scientifici agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (OSS). Ad esempio, quando insegniamo gli habitat ci colleghiamo al modulo “Life on Earth”, se parliamo di materie plastiche ci a “Responsible Consumption”. È importante che l’apprendimento sia coinvolgente e pertinente.” spiega.
La Batchelder, oltre che insegnante di scienze presso la Corbridge Middle School nel Northumberland, è un’ attivista impegnata con “Extinction Rebellion”, il movimento ambientalista che si è reso noto per le singolari proteste che hanno animato il Regno negli ultimi mesi.
Il programma di formazione arriva infatti anche grazie al largo sostegno che il corpo docente britannico ha dimostrato alle diverse alle iniziative per l’ambiente, come i Fridays for Future, gli scioperi studenteschi per il clima, ispirati dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg.
Le notizie e le drammatiche immagini relative ai recenti disastrosi avvenimenti, dagli incendi in Amazzonia all’uragano Dorian, hanno posto fortemente l’accento sugli innegabili, devastanti effetti che l’attività umana ha sul pianeta, allarmando sempre più i giovani eredi di questa grave situazione.
Pertanto l’insegnamento relativo al cambiamento climatico dovrebbe idealmente iniziare nei primi anni e estendersi attraverso tutte le fasi chiave dell’educazione, affinché il bambino sviluppi la giusta sensibilità, responsabilità e competenza nei confronti del problema, nella piena consapevolezza di come le loro singole azioni, sommate a quelle della società, influiscono sulla salute dell’intero globo.
Ci auguriamo quindi che questa iniziativa valichi i confini britannici consentendo agli insegnanti di tutto il mondo di scrivere un curriculum sempre più “green”, all’altezza delle sfide che il futuro ci riserva.
Arianna Pane