Scrivere lettere nel 2022 ha senso: ecco perché dovremmo tornare a farlo

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Nell’era dei social al buon pezzo di carta si predilige la scrittura rapida che si perde nella frenesia del quotidiano. Peccato, perché scrivere lettere è una forma d’arte da tenere in vita.

Una lettera è meglio di un messaggio WhatsApp? Ha senso scrivere lettere oggi?

Queste domande hanno un eco particolarmente profondo oggi, nel 2022, dove lo smartphone è ormai l’estensione bionica di un nostro arto. È dunque facile convincersi che le lettere non occupino più un posto in una società dinamica e impaziente come quella odierna. Di certo non c’è tempo (e voglia) di utilizzare una forma di scrittura lenta e ragionata e che presuppone tempi di attesa più lunghi per ricevere una risposta.

Che poi, il rischio di scrivere una lettera oggi è anche quello di non ricevere risposta. Siccome nel 2022 ricevere una lettera è un qualcosa di assolutamente inaspettato non sorprende se il destinatario ci lascia con il “visualizzato”.  Ma la buona corrispondenza vuole che alla scrittura lenta non si risponda mai con quella veloce.

Ma partiamo dalle basi, perché qualcuno dovrebbe scrivere lettere?

La lettera è una forma di scrittura intima e personale. Al contrario di altre, una lettera nasce per essere letta da solo due persone, il mittente e il destinatario. E questo conferisce una totale libertà ad entrambi, specialmente nel potersi esprimere e nello scegliere la tematica da affrontare. E la lettera può farsi contenitore di altre forme di scrittura, come poesie o cronache di viaggio. Scrivere lettere è dunque un’attività a tutto tondo che ci permette di esplorare anche altre forme di scrittura.

La lettera è inoltre uno spazio di riflessione e autoanalisi. Scrivere lettere ci mette di fronte a noi stessi, ai nostri pensieri, alle nostre visioni, anche le più quotidiane. Come in un diario ma con qualcosa in più perché c’è qualcuno che legge. E questo dà significato ulteriore alla nostra scrittura, poiché sapere che al di là del pezzo di carta c’è un destinatario significa che non andrà sprecata.

Lettera o messaggio?

Un tempo la lettera era l’unico mezzo di comunicazione, un WhatsApp ad alto costo e con lunghi periodi di elaborazione. Tanti sono i magistrali esempi di corrispondenza tra personaggi noti. Tra i più famosi, sicuramente le lettere di Van Gogh al fratello Theo a cui scrive con costanza dall’agosto 1872 fino al 27 luglio 1890.

Vecchio mio,

questa lettera è per te solo. Quindi non la farai leggere a nessuno, vero? Non sarei sorpreso se la mia ultima lettera ti avesse fatto una strana impressione. Ma spero almeno che sia servita a darti un’idea chiara della situazione. Ho cercato d’indicare i piani e le proporzioni con lunghe linee diritte a carboncino: quando poi sono state tracciate le necessarie linee ausiliarie, si cancella il carboncino con un fazzoletto e si incominciano a disegnare i particolari più intimi. […]

Lettera del 9 luglio 1881, Lettere a Theo, Guanda, 2016




In queste lettere ci addentriamo nell’interiorità di Van Gogh, conoscendo la sua quotidianità e il processo che si nasconde dietro la sua produzione artistica. E al di là del grande artista che è stato vediamo l’umana fragilità che lo ha portato al suicidio. La lettera è uno scrigno: al suo interno vi è il tesoro dell’interiorità di chi scrive.

Dovremmo tornare a scrivere lettere, perché solo in questo modo possiamo conoscerci e comunicare nel modo corretto. Dandoci tempo per imprimere i pensieri su carta poniamo su loro più cura e attenzione. In questo modo, la stesura e la ricezione di una lettera diviene un evento magico e spirituale, da affrontare con entusiasmo e trepidazione. E perciò nulla di comparabile ad un messaggio su WhatsApp.

Di certo i social hanno dalla loro la velocità di comunicazione che è richiesta in situazioni di emergenza e per questo sono una risorsa inestimabile. Ma nel tempo sono finiti per rimpiazzare totalmente la forma epistolare che al contrario si adatta a una maggiore espressione e condivisione di stati d’animo.

Forse una combinazione delle due cose, capire e assecondare l’esigenza di scrivere lettere se e quando percepita e utilizzare i social in maniera saggia, potrebbe essere la soluzione.

Chiara Cogliati

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