Scozia, fossa comune con i corpi di 400 bambini e neonati

Fonte: Repubblica.it

Nuovo orfanotrofio degli orrori. In Scozia nell’ex orfanotrofio cattolico Smyllum Park è stata rinvenuta una fossa comune anonima. All’interno 402 corpi tra bambini e neonati. A rivelarlo è stata la Bbc, dopo che il programma “File on Four” di BBc radio 4 e il domenicale Sunday Post hanno condotto un’indagine giornalistica che ha portato alla tragica notizia.

Fonte: Corriere




I bambini, che sarebbero dovuti essere accuditi dalle suore che gestivano l’orfanotrofio, sono morti tra il 1864 e il 1981. Nonostante la tradizione cattolica, nessuno di loro ha avuto un degno funerale. Sono stati ammassati in una fossa anonima come animali. E probabilmente resteranno per sempre dei corpi senza nome. Una sorte ben diversa rispetto a quella delle suore. La fossa infatti è stata rinvenuta nel vicino cimitero di Lanarkshire. Mentre nulla ricorda i nomi dei piccoli deceduti quando erano affidati alle cure dell’istituto, lì vicino si trovano le tombe delle suore e dello staff dell’orfanotrofio. Ognuna contraddistinta da lapide individuale. 

L’orfanotrofio scozzese ricorda quello irlandese

Questo ritrovamento ricorda un altro noto orfanotrofio degli orrori, anch’esso cattolico. A marzo di quest’anno in Irlanda era venuta alla luce un’immensa fossa comune con i corpi di 800 bambini. Anche in questo caso i decessi risalgono al secolo scorso, quando l’orfanotrofio “Bon secours mother and baby home” a Tuam ospitava le ragazze madri per farle partorire, separandole poi dai figli. Figli che sarebbero dovuti essere curati in attesa dell’adozione. In realtà moltissimi morirono tra le 35 settimane e i tre anni per malnutrizione, malattia e miseria. Morti di stenti e ammassati in una fossa, senza nemmeno una scritta che ricordi la loro identità.

Sull’ex orfanotrofio Smyllum Park l’ex primo ministro scozzese al Sunday Post ha espresso parole durissime: “E’ straziante scoprire che così tanti bambini siano stati seppelliti in una fossa comune. Dopo tanti anni di silenzio, dobbiamo sapere la verità su ciò che è avvenuto là dentro“.

Camilla Gaggero

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