Martin Scorsese è senza dubbio uno dei più grandi registi viventi. Nelle ultime settimane ha fatto incetta di consensi per il suo attesissimo film The Irishman, uscito sulla piattaforma Netflix e in alcune sale cinematografiche. Eppure, ultimamente, più che per le sue innegabili doti dietro la cinepresa si è parlato di lui per la polemica innescata contro i film Marvel, la casa dei Supereroi campione di incassi al box office.
L’attacco
L’antefatto è ormai abbastanza noto. Durante delle interviste al New York Times e ad Empire Magazine, Scorsese si è scagliato contro il film dei supereroi Marvel, accusati di togliere spazio al cinema d’autore fatto di emozioni, sentimenti e storie di vita quotidiana. Sotto banco, soprattutto, un modello che, a detta del regista, poco avrebbe a che fare con il cinema in senso stretto. “I film Marvel sono sequel di nome ma remake di fatto, basati su ricerche di mercato e test dell’audience, modificati, riverificati e rimodificati fino a che non sono pronti per il consumo” ha dichiarato Scorsese
La risposta
Pronte le risposte in favore dei film Marvel. Dai vertici Disney (“casa madre” della Marvel) – con il Boss Bob Iger che ha dichiarato “Scorsese è un grande regista, ma non credo che abbia mai visto uno dei film Marvel” – sino ad arrivare ai numerosi attori che hanno preso parte al franchise. Da più parti è arrivato, velatamente, lo stesso consiglio al regista: prestare maggiore attenzione ai film Marvel.
In difesa del cinema d’autore
La premessa è d’obbligo: quando una leggenda come Scorsese offre un parere, tendenzialmente bisogna rispettosamente stare in silenzio, perché la sua carriera parla per lui. Ed effettivamente, a parer mio, il regista ha le sue ragioni. Il cinema d’autore meriterebbe più attenzione. E i film “moderni” in numerosi casi appaiono privi di contenuti, poco elaborati e dalle trame ripetitive, con personaggi e storie perse tra effetti speciali e fotografia mozzafiato.
Bersaglio sbagliato?
Ma sono i film Marvel il bersaglio giusto? Probabilmente no. Se ad occhi esterni i film sui supereroi possono apparire superficiali, simili tra loro, tutti uguali, privi di un reale spessore emotivo, guardandoli con attenzione si scoprirà invece come proprio la caratterizzazione e la capacità di creare empatia con i vari personaggi e con le loro storie sia il punto di forza di questo franchise, Così come una trama ben elaborata e intricata che attraversa tutte le pellicole dell’universo fumettistico. Attenzione a considerarli solo azione ed effetti speciali, e a far coincider necessariamente ciò che è commerciale con un prodotto senza spessore.
Non pensare all’elefante…
Una teoria comunicativa svela che dicendo ad una persona di “non pensare all’elefante”, questa inevitabilmente immaginerà nella sua testa il maestoso animale. Ecco allora che la campagna di Scorsese contro i film Marvel potrebbe trasformarsi nel più grande sponsor per la casa dei supereroi. D’altro canto, è ovvio che un parere negativo espresso da un personaggio di tale calibro possa rappresentare una macchia per la Marvel e le sue creazioni.
Non ci sono parti…
Alcune domande vengono spontanee. Non sarebbe più utile rivolgere la richiesta di maggiore attenzione per un cinema più “impegnato” a chi effettivamente può fare qualcosa a riguardo? Non sarebbe più utile chiedersi perché i film Marvel funzionano così tanto? Perché così tanta gente li guarda? Cosa si può imparare?Forse quel tocco di modernità e spensieratezza che ogni tanto si avrebbe bisogno di respirare anche in altri tipi di film.
E per quanto riguarda l’altra parte, beh…se qualcuno può permettersi di fare una critica cinematografica, Scorsese è quel qualcuno. Regia, scrittura, caratterizzazione, trama…c’è l’imbarazzo della scelta su dove imparare e su cosa potere migliorare.
Una sfida senza vittoria
Perché alla fine non esistono generi di serie A o di serie B, ma solo film che piacciono, appassionano, ed emozionano nella loro diversità. Ad essere snob e elitisti, in fondo, si perde sempre qualcosa.
E voi in questa “Civil War” da che parte state?
Beatrice Canzedda