La talpa nella procura di Palermo comunicava con gli indagati fornendo loro tutti gli sviluppi sui casi, aiutandoli così, a depistare le indagini.
La polizia ha scoperto e arrestato una talpa nella procura di Palermo. Il suo ruolo era quello di commesso giudiziario, ovvero colui che ha il compito di portare i fascicoli dalle segreterie del Pm agli uffici del tribunale. Si tratta di Feliciano Leto, il quale proveniva dal gruppo di ex Pip, cioè gli ex precari del bacino di emergenza di Palermo.
Durante il trasporto dei fascicoli dei casi seguiti dalla procura Leto si concedeva delle pause in cui leggeva le informazioni riservate e talvolta ne fotografava il contenuto. Raccoglieva i dati e poi li cedeva a terzi che, spesso e volentieri, erano proprio coloro che si trovavano sotto indagine. Come si può ben pensare questo dava un grande aiuto ai diretti interessati che agivano di conseguenza alle informazioni ricevute.
Durante l’intercettazione di una conversazione tra due rapinatori gli investigatori della procura hanno sentito parlare i soggetti sotto accusa di un uomo che ricordava proprio il commesso giudiziario. La telefonata ha allarmato la procura che ha iniziato a sospettare di Leto e a indagare su di lui.
La polizia è riuscita, quindi, ad installare un trojan nel cellulare del commesso. Il virus ha preso il possesso del cellulare. Una volta all’interno del dispositivo è stato in grado di raccogliere e registrare qualsiasi informazione in esso contenuta.
Tramite le indagini la procura è riuscita ad accertare la fuga di notizie attuata da Leto in particolare in due casi. Il primo è quello che riguarda per l’appunto i due rapinatori. La talpa avrebbe avvertito i due delle intercettazioni dei cellulari e gli avrebbe fornito, inoltre, le fotografie delle pagine dei fascicoli riguardanti il loro caso.
La seconda fuga di notizie è, invece, quella che riguarda un indagato per corruzione e falso. Anche quest’ultimo sarebbe stato avvisato delle intercettazioni nel proprio cellulare motivo per cui la talpa avrebbe deciso di non inviargli ulteriori contenuti.
Feliciano Leto è accusato di favoreggiamento continuato e aggravato. Il commesso giudiziario era infatti il vero e proprio punto di riferimento per il circuito criminale palermitano.
Leto è, inoltre, genero dell’imprenditore Vincenzo Passantino. Quest’ultimo risulta titolare di una ditta di trasporti attualmente sospettata di possibili attività mafiose. L’indagato risulta essere legato all’attività del famigliare, infatti, quando non deve recarsi in procura lavora presso la ditta di Passantino.
Nei prossimi giorni seguiranno le perquisizioni domiciliari nei confronti della “talpa”, già in arresto. Per la procura sarà, inoltre, necessario scoprire la presenza di ulteriori intercettazioni e di conseguenza se esistono altre indagini messe a rischio dalla fuga di notizie.