A Petra è stata rinvenuta una nuova tomba, presenti 12 scheletri e vari oggetti

scoperta archeologica a Petra

Uno dei più importanti e famosi siti archeologici presenti a Petra in Giordania, ovvero il monumento funerario Al Khaznah (Il Tesoro del Faraone in italiano), nasconde sotto di se una tomba antica circa 2000 anni e contenente almeno 12 scheletri con i relativi corredi funerari.

La nuova scoperta archeologica a Petra è stata compiuta da un gruppo di ricercatori guidati dal dott. Pearce Paul Creasman, direttore esecutivo dell’American Center of Research.

La notizia è stata però resa pubblica dall’esploratore Josh Gates nel programma televisivo di Discovery Channel «Expedition Unknown» di cui lui stesso è il presentatore.

Il terreno sottostante al monumento funerario è soggetto a studi archeologici da circa venti anni e sul lato sinistro già nel 2003 erano state scoperte due camere funerarie. La possibilità che anche sul lato destro fossero presenti antiche tombe era quindi molto alta, ma l’alto afflusso di turisti nella città e in particolare davanti al monumento hanno rallentato notevolmente i lavori di scavo.

Decisiva per la scoperta archeologica a Petra la decisione del gruppo di Creasman, all’inizio del 2024, di utilizzare la tecnologia del georadar per sondare il terreno sotto il lato destro del Tesoro e poter cosi individuare eventuali oggetti sotterranei. I risultati dello studio hanno messo in evidenza come il terreno da quel lato fosse molto simile a quello del lato sinistro ed hanno spinto il governo giordano ad autorizzare degli scavi archeologici alla ricerca di possibili ulteriori tombe.



I lavori di scavo sono stati seguiti da una troupe cinematografica e ad agosto scorso questa ha potuto documentare il ritrovamento archeologico. La tomba al contrario di molte altre non è mai stata saccheggiata ed al suo interno assieme ai 12 scheletri contiene corredi funerari anche molto elaborati e in bronzo, ferro e ceramica. Tra i più interessanti un calice di ceramica ancora tra le mani di uno degli scheletri. I reperti sono conservati in ottime condizioni, mentre i resti umani hanno ovviamente pagato la forte umidità e le inondazioni stagionali.

Secondo gli archeologi che ci hanno lavorato la nuova scoperta archeologica a Petra potrebbe essere il più grande ritrovamento di resti umani rinvenuti nella città e permetterà agli studiosi di conoscere meglio il popolo arabo dei Nabatei. Secondo Gates inoltre:

«Nei due secoli in cui Petra è stata esplorata dagli archeologi, non è mai stato trovato niente di simile prima. Penso che scoprire chi sono (gli scheletri ndr) aiuterà a svelare parte della storia del Tesoro”. »

La zona attorno alla città di Petra è abitata da migliaia di anni ed è stata città ricca e importante potendo sfruttare anche la sua posizione favorevole per gli scambi commerciali. La suo popolarità è legata al popolo dei Nabatei, commercianti nomadi che la resero capitale del loro regno, e che resero la città abitabile con un complesso sistema di condutture per l’acqua.

In tempi moderni Petra è stata scoperta nel 1812 e le prime missioni archeologiche cominciarono qualche anno dopo. Il sito è diventato patrimonio UNESCO nel 1985 e nei primi anni 2000 è stata votata come una delle Nuove Sette Meraviglie del Mondo.

La data di costruzione del monumento di El Khasneh è ancora controversa, ma sembra essere inclusa in un arco temporale tra il 100 a.C. e il 200 d.C. Secondo l’ipotesi più diffusa il monumento è stato costruito per ospitare la tomba del re nabateo Areta III.

L’obbiettivo di Cresman è adesso quello di scoprire maggiori dettagli sulle persone sepolte sul lato destro del monumento poiché non è neanche certo facessero parte della famiglia reale. Sarà necessario datare gli scheletri e i relativi manufatti e magari utilizzare il DNA per scoprire se sono imparentati tra loro.

La nuova scoperta archeologica a Petra apre quindi innumerevoli percorsi di studio per approfondire ulteriormente la storia di questa antica città in mezzo al deserto.

Andrea Mercurio

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