Nel 2021 sono scomparsi ventimila migranti, rimandati in Libia dopo essere stati intercettati in mare dalla guardia costiera locale. È quanto denuncia l’Ong Oxfam in un nuovo rapporto.
I migranti finisco in strutture clandestine da cui si esce solo fuggendo o pagando un riscatto
Chi sceglie di migrare deve affrontare un viaggio verso l’ignoto, e le motivazioni di tale viaggio sono sempre più forti della paura di cosa riserva il futuro. E nel caso di un migrante che salpa dalla Libia le difficoltà sono ancora più grandi. Questo perché una vera e propria industria di riscatti, prigioni clandestine e pirateria ha preso piede nel Paese.
E questo con il nostro aiuto: dalla firma del Memorandum d’intesa sulla migrazione tra Italia e Libia, firmato nel 2017 e rinnovato nel 2020, l’Italia paga quasi un miliardo di euro l’anno alla guardia costiera della Libia per fermare le imbarcazioni nel mediterraneo e riportarle sulla costa libica dove i migranti finisco in centri di detenzione illegali. All’interno di questi centri le persone subiscono violenze inaudite, tra cui molestie e torture.
I centri di detenzione
I ventimila migranti scomparsi, secondo quanto denunciato nel rapporto Oxfam, sono finiti ingiustamente parte di questa raccapricciante industria. E la loro sparizione si deve al fatto che tali campi di prigionia non sono identificabili, poiché i nomi e i luoghi non vengono divulgati.
Dai centri di detenzione non si esce facilmente. Le persone che vi vengono portate non hanno alcuna colpa e non vengono sottoposte a nessun processo. Vengono lasciate all’interno fino a quando non pagano un riscatto per poter uscire. E dunque è così che si articola l’industria dei riscatti.
I migranti vengono mandati in mare dalle stesse autorità che sono poi incaricate di riportarli a riva. Inoltre, i rischi annessi al viaggio in mare sono ingenti. L’Oxfam denuncia che dal 2017 si registrano oltre ottomila morti lungo la rotta del mediterraneo.
Sotto gli occhi dell’Italia – e l’Europa
Tutto questo succede sotto gli occhi del nostro Paese, ed è per questo che l’Oxfam nel suo rapporto manda un appello al parlamento di rivedere gli accordi con la Libia e di investire in attività di ricerca e di soccorso. I finanziamenti dovrebbero essere dedicati all’istituzione di vie legali per i flussi migratori, il che andrebbe di fatto ad eludere il traffico di migranti e l’industria dei riscatti.
La Libia infrange quotidianamente i diritti dei migranti in materia di diritto internazionale e l’Italia, e l’Europa più in generale, continua a finanziare una spirale di violenze e soprusi da parte delle autorità locali. Un approccio che contraddice quella che dovrebbe essere la missione europea di diritti e valori democratici.
E allora viene da chiedersi se quanto ostentato dalle istituzioni siano solo belle parole senza fondamento o se l’Unione Europea ha intenzione di sfruttare il suo potenziale di cambiare le cose per i migranti che ogni giorno rischiano la vita nel mediterraneo e subiscono violenze nei centri di detenzione.