Lo sciopero, si sa, è una forma di autotutela che mira a provocare del disagio, ma talvolta sono gli stessi aderenti che così facendo si procurano una situazione sconveniente per se stessi.
È il caso della SDA, il servizio di corriere espresso di proprietà delle Poste Italiane, nonché uno dei servizi più utilizzati in Italia anche dalle aziende di commercio elettronico, come ad esempio Amazon.
La causa portante sembra essere il cambio d’appalto nel magazzino della logistica di Carpiano, un comune in provincia di Milano. Un cambio d’appalto, di norma, dovrebbe prevedere la cosiddetta ‘clausola di protezione’ che assicurerebbe la salvaguardia occupazionale dei lavoratori, se non che per alcune questioni interne ai sindacati, questa garanzia non sembra essere contemplata.
La paura dei lavoratori è dunque che si tratti di un precedente e che in futuro anche per altri magazzini si avrà la libertà indiscriminata di licenziare attraverso il cambio appalto.
Nonostante le ragioni giustificate, ha però dell’incredibile il tempo sconsiderato di durata dello sciopero (più di due settimane), che lo rende controproducente non soltanto per la Sda, ma anche e soprattutto per le aziende con cui collabora.
Notevoli sono i problemi e i ritardi nelle consegne, ma chi ne paga le conseguenze, se non gli utenti che aspettano di ricevere ciò per cui hanno pagato, o tutte le aziende che stanno perdendo soldi e lavoro, oltre all’immagine di affidabilità che si erano conquistate dopo anni? Qualcuno dovrà pur pagare, ma in questo modo si trasforma in una guerra fra poveri, dove le vittime sono del tutto incolpevoli.
Oltre al fatto che, in un mondo del mercato con un’attitudine così concorrenziale, ci si può aspettare che queste agitazioni sindacali, compromettendo la caratteristica efficienza, porteranno senza dubbio ad un rimpiazzo da parte di molte aziende e persone che esigono invece puntualità.
Nonostante tutto, ci auguriamo che la situazione si concluda nel migliore dei modi, senza troppi squilibri o ricadute occupazionali.
Roberta Rosaci