Martin Schulz si trova in testa a tutti i sondaggi per le prossime elezioni in Germania.
Il trono di Angela Merkel è in pericolo.
Vi ricordate di Martin Schulz?
Correva l’anno del Signore 2003, la scena era quella del Parlamento europeo.
Il più classico degli ometti con calvizie, baffi e occhiali assumeva l’espressione dello stupore più completo e si toglieva le cuffie della traduzione dal vivo, con un gesto che voleva dire: non credo alle mie orecchie.
Infatti Schulz si trovava con i suoi colleghi nell’assemblea che ascoltava le comunicazione, in sede europea, del Premier italiano Silvio Berlusconi.
Il quale lo aveva appena apostrofato come un “kapò”.
Cioè come dire un meschino – e – vigliacco – collaboratore – di – sadici – assassini – di – massa – come – i – nazisti – tuoi – compatrioti.
Non male, non male davvero.
Un po’ come dire a un ebreo “permetti che sia ancora un po’ incazzato perché gli antenati tua hanno crocifisso nostro signore Gesùcristo ?!” stile Marchese del Grillo.
Con l’unica differenza che in effetti molti tedeschi erano stati cattivelli : ma di solito i kapò erano proprio ebrei o polacchi, cioè prigionieri dei lager che per salvarsi si prestavano a collaborare alle pratiche di sterminio (recuperato il film di Gillo Pontecorvo, 1961).
La stizzita reazione di Berlusconi voleva essere una replica all’intervento precedente di Schulz : che aveva messo in discussione il tenore delle proposte politiche del Berlusconi – e anche la legittimità della sua posizione, a fronte dell’annoso conflitto d’interessi.
Berlusconi propose a Schulz, per schernirlo, di candidarsi come kapò per “una fiction di Mediaset”.
Ricordiamo anche, accanto a Berlusconi, Gianfranco Fini che si mette le mani nei capelli, visto la grossolana mancanza di diplomazia, per non dir peggio, delle parole del premier.
Col senno di poi, ma neanche troppo, possiamo già vedere in quel gesto tutto quello che porterà in seguito Fini all’altrettanto famoso “che fai mi cacci ?” in occasione di un altro bisticcio con Sua Emittenza Silvio.
La sfida di Martin Schulz: superare l’austerità
Insomma: Berlusconi propose a Schulz di presentarsi a un casting televisivo.
Oggi, dopo quasi un decennio di guida del Parlamento europeo, Schulz si è presentato a ben altro casting.
Si è candidato a Cancelliere (premier insomma) della Germania, lanciando il guanto di sfida ad Angela Merkel.
Lo stupore che corre sui giornali e sui siti online è che, mentre la sfida sembrava impossibile – vista la forza di Frau Merkel – i sondaggi registrano l’avanzata di Schulz.
Martin Schulz è primo in tutte le rilevazioni.
E’ in testa come candidato. Ma ha anche trascinato la Spd, il partito socialdemocratico tedesco di cui è esponente, fino a raggiungere la Cdu (i democristiani) della Merkel.
E tenete conto che l’Spd era precipitata in una crisi nerissima.
Evidentemente, nel momento in cui si contrappone alla politica di Merkel, egli sta intercettando qualcosa che sembrava latente o inesistente nel cuore dell’elettorato tedesco.
Un desiderio di politiche sociali, di spesa pubblica, di maggiore benessere a fronte di tanto lavoro e tanta efficienza.
Più benessere vince, al momento, sulla cautela della Merkel e sulla domanda di più sicurezza, legata al rilancio della paure di immigrati e terrorismo, che proviene dalla Destra di Afd.
La Germania grazia alla propria forza commerciale gode di un surplus enorme: da tempo, i partner europei chiedono a quel Paese di riversarne una parte sul mercato, attraverso un allentamento dei vincoli di bilancio.
In questo modo, ritengono taluni, quella ricchezza ritornerebbe in circolo e aiuterebbe anche le economia dei paesi vicino come l’Italia.
Un Paese che soffre del circolo vizioso bassa crescita-debito-contenimento della spesa al fine di contenere il debito-bassa crescita conseguente -debito eccetera.
Forse, la vittoria di Schulz e la formazione di un governo più espansivo, sarà il punto di leva da cui far ripartire l’economia europea – e forse lo stesso progresso politico e culturale chiamato Unione Europea.
Cent’anni fa, il maggior partito socialista, quello tedesco, si schierò coi nazionalisti e col Kaiser, rompendo la solidarietà fra i partiti di sinistra e avviando alla guerra mondiale.
Forse oggi gli eredi di quella storia, grazie al consenso riscosso da Schulz, fermeranno l’avanzato di nazionalisti e trumpisti e rilanceranno la prospettiva della pace e del benessere.
ALESSIO ESPOSITO