Save the Children: oltre 12 milioni di schiavi bambini nel mondo

schiavitù minorile

Secondo il rapporto “Piccoli schiavi invisibili” di Save the Children, nel mondo ci sono più di 12 milioni di bambini ridotti in schiavitù. Il report è stato pubblicato in occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra oggi, e mette in luce una situazione in peggioramento rispetto allo scorso anno.

Piccoli schiavi invisibili: il report sulla schiavitù minorile

Prima di entrare nel merito del report sulla schiavitù minorile, facciamo un passo indietro. Cosa può essere considerato schiavitù moderna e, in particolare, schiavitù minorile? Secondo il rapporto Global estimates of modern slavery (Stima globale della schiavitù moderna) dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la schiavitù moderna si compone di due componenti principali:

Ed entrambe si riferiscono a situazioni a cui una persona non si può opporre a causa di minacce, violenza, coercizione, inganno o abuso di potere.

Secondo i dati di Save the Children ci sono quasi 50 milioni di persone vittime di schiavitù e, di queste, oltre 12 milioni sono minori. Nell’ambito della schiavitù minorile:

“Nel 73% dei casi i matrimoni forzati sono organizzati dai genitori delle vittime o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.”

Bambini e bambine coinvolte in forme di sfruttamento e schiavitù minorile, inoltre, sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto agli adulti e, stando ai dati di Save the Children, quasi il 70% subisce forme di controllo psicologico, più del 50% è minacciato e ingannato, mentre il 46% è soggetto a controllo fisico. Come se tutto ciò non bastasse, le forme di controllo esercitate sui bambini e i giovani creano una rete estremamente fitta dalla quale è difficile liberarsi.

“La donna mi aveva detto che sarei andata in Europa, ma non era questa l’Europa che mi aveva descritto. C’erano così tanti uomini. Ma cos’è questo posto? Mi hanno che qui mi sarei dovuta prostituire. Quella donna mi aveva mentito. Allora ho pianto.”

Precious, 19 anni, arrivata in Italia dalla Nigeria

 

“Quando sono partito volevo studiare, volevo giocare a calcio. Per questo l’ho seguito. Siccome so quello che ho passato durante la traversata, non lo augurerei al mio peggior nemico.”

Abdoulaye, 16 anni, arrivato in Italia dalla Guinea

La situazione della schiavitù minorile in Europa e in Italia



Nessun luogo del mondo è esente da forme di schiavitù minorile, tantomeno l’Europa. Qui, tra il 2017 e il 2021 ci sono state circa 29.000 vittime di tratta per sfruttamento sessuale e lavorativo. In più dell’80% dei casi sono convolte donne in età adulta, tuttavia, la percentuale di minori è significativa e si attesta attorno al 16% con una netta prevalenza di donne in età tra i 15 e i 20 anni.

In Italia, in particolare, sono stati creati alcuni servizi anti-tratta a cui si sono rivolte soprattutto persone costrette a sfruttamento sessuale. In questo ambito, sottolinea Save the Children, si è registrato un mutamento subdolo che apparentemente fa percepire come diminuito il fenomeno della prostituzione. Eppure, “dal “tradizionale” sfruttamento a fini sessuali in strada di ragazze e donne in maggioranza provenienti dalla Nigeria (e prima ancora dall’Albania e dalla Romania), si è passati a segnalazioni di donne vittime di prostituzione indoor e online”.

Piccola nota positiva: sembra che la sensibilità al tema sia in crescita e che istituzioni ed enti del terzo settore si stiano muovendo con maggior vigore per contrastare il fenomeno ed, inoltre, esiste il numero verde del Dipartimento delle Pari Opportunità a cui rivolgersi per chiedere aiuto e supporto: 800 290 290.

L’appello di Save the Children contro la schiavitù minorile

“È necessario attuare e aggiornare le azioni del Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, rafforzando l’impegno di approfondire i fenomeni emergenti sulla tratta dei minori, includendo nuove forme di tratta e/o sfruttamento come l’e-trafficking o quello negli insediamenti informali”

E, prosegue l’appello, è necessario garantire la messa in atto delle procedure di individuazione delle vittime sin da subito, al momento dell’arrivo e nei luoghi di frontiera, in modo che si possa provvedere quanto prima a mettere in sicurezza la persona con un attenzione particolare al contrasto della schiavitù minorile.

Quindi:

“È necessario che alla commozione e allo sdegno faccia seguito un’azione continuativa e capillare di contrasto al traffico e allo sfruttamento degli esseri umani, nonché un impegno deciso a sostegno delle giovani vittime accolte nel sistema di protezione affinché, dopo aver vissuto una delle esperienze più devastanti che un ragazzo o una ragazza possono trovarsi ad affrontare, siano accompagnate nella costruzione di un futuro diverso e libero”.

Raffaella Milano, Direttrice ricerca e formazione di Save the Children

Arianna Ferioli

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