Ucciso nel pomeriggio un giovane boss emergente, ferito gravemente un altro ragazzo.
Un pomeriggio di sangue e paura a Scampia. Nel quartiere napoletano tristemente famoso a livello mondiale per la presenza della maggiore piazza di spaccio europea, c’è stata una sparatoria nelle prime ore del pomeriggio.
Killer inviati ad uccidere con mitragliette alla mano. Il commando mortale ha colpito e ucciso la vittima prescelta. Si tratta di Francesco Angrisano, 30 anni, giovane boss del clan camorristico Vannella- Grassi. L’emergente capo-clan è caduto sotto la raffica di colpi ed è morto sul colpo. Nulla da fare per lui. Condannato a distanza da qualcuno che ha dato un perentorio ordine che doveva essere eseguito.
L’agguato mortale è avvenuto nei pressi dell’abitazione del boss, all’interno del Parco Diana, a Scampia, nella periferia di Napoli.
I proiettili dei killer però hanno colpito anche un altro ragazzo. Antonio Pandolfi, 24 anni, stava entrando in un centro scommesse adiacente al luogo incriminato. Il ragazzo, giovane muratore, è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Le sue condizioni sono gravissime, dal momento che è stato raggiunto da un colpo di mitra in pieno petto.
Il ragazzo ferito era stato visto parecchie volte in compagnia della vittima, soprattutto in concomitanza con vari controlli effettuati dai carabinieri. La prima ipotesi avanzata dagli inquirenti, però, è che Antonio Pandolfi sia stato colpito solo per errore dai killer che avrebbero dovuto sparare solo ad Angrisano.
Ovviamente i successivi sviluppi delle indagini chiariranno tutte le zone d’ombre di questa ennesima tragica vicenda avvenuta a Scampia. In questo territorio si combatte una guerra difficile e sanguinosa. Da anni, infatti, la lotta per il controllo del ricchissimo mercato della droga continua a tracciare una lunghissima scia di sangue.
Scissioni, faide, vendette trasversali e agguati diretti. La spietata legge della camorra non conosce riposo festivo. Si ammazza anche la Domenica pomeriggio, senza pietà. E no, non è un episodio di “Gomorra”, è dura realtà.