Il controverso scambio che ha riportato negli USA Brittney Griner

La storia di Brittney Griner, liberata in uno scambio di detenuti con Viktor Bout, scatena polemiche e dimostra ancora tensione tra le USA e Russia.

É tornata a fare quello che le riesce meglio, Brittney Griner. Con un pallone a spicchi tra le mani, infatti, la campionessa americana di basket ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Due ori olimpici e due campionati del mondo non sono certo un bottino da niente e sono simbolo della giusta fama che la cestista americana si è guadagnata.

Le notizie che l’hanno riguardata negli ultimi dieci mesi, però, non si riferivano alle sue schiacciate a canestro, bensì al suo periodo di detenzione nella colonia penale IK-2 in Moldovia, la peggiore  di tutta la Russia. Nella IK-2 i prigionieri sono infatti condannati a precarie condizioni di igiene e turni di lavori forzati che possono durare fino a 16 ore al giorno. Inoltre, in questa colonia penale, gli stupri sono estremamente frequenti.

Brittney Griner, però, ora è libera. Si trova attualmente negli USA ed è tornata ad allenarsi.

La Detenzione

Brittney si trovava in Russia a febbraio, durante la off season della WNBA per giocare con la squadra russa dell’Ekaterinburg. Viene arrestata il 17 Febbraio, all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, con l’accusa di contrabbando di hashish. La condanna (sentenziata in Agosto) prevede 9 anni di reclusione  e una multa pari a 15.730 euro. Dal punto di vista del tribunale russo, quindi, la cestista è una trafficante di prim’ordine. La sostanza a cui però la giustizia russa ha fatto riferimento era un olio essenziale di hashish contenuto in alcune cartucce utili per una sigaretta elettronica. Il legale della Griner ha dichiarato che la quantità non raggiungeva un grammo.

Il 4 Novembre Brittney Griner viene trasferita nella sopracitata colonia penale IK-2 a 500 km da Mosca (anche se la Russia non comunica mai apertamente il luogo del trasferimento)

Lo Scambio

Gli Stati Uniti tentano in ogni modo di riportare in patria la cestista ma, complice anche l’inizio della guerra in Ucraina (che scoppierà 7 giorni dopo l’arresto di Griner), i rapporti tra le due nazioni si fanno particolarmente accesi.

Le trattative durano mesi. La Russia sa di poter usare Brittney come scambio perciò chiede la liberazione di Viktor Bout.

Viktor Bout è un trafficante d’armi catturato nel 2008 a Bangkok dalla polizia thailandese, successivamente estradato negli USA. Nel 2012 viene sentenziata una condanna a 25 anni di carcere per terrorismo e per aver fornito armi ai ribelli colombiani. I legali di Bout difenderanno sempre il loro assistito, affermando che il tribunale di New York non possiede alcuna prova della sua colpevolezza.

Gli USA accetteranno lo scambio tra i prigionieri e, l’8 Dicembre ad Abu Dhabi, i due salgono sui rispettivi aerei. Brittney Griner per gli Stati Uniti d’America, Viktor Bout per la Russia.

Il ritorno di Brittney Griner

Lo shock dovuto al periodo di detenzione è ancora comprensibilmente presente nella trentunenne americana. È incredula nel video che la ritrae in aereo mentre torna a casa e sente il bisogno di parlare con qualcuno.

Nonostante, infatti, già ora la cestista sia tornata ad allenarsi, ha annunciato che prenderà tempo per decidere quando e se riprendere in mano il pallone.

Controversie sulla vicenda

Negli USA, però, infuria la polemica. Lo scambio di detenuti tra Bout e la Griner ha significato un proseguimento di detenzione per un altro prigioniero americano presente in Russia, Paul Whelan.

Paul Whelan è un Marine veterano, sostenitore di Donald Trump, arrestato in Russia nel 2018 con l’accusa di spionaggio e condannato a 16 anni di carcere. Il presidente Biden ha quindi preferito favorire il ritorno di una atleta (dichiaratamente sua sostenitrice) piuttosto che quello di un Marine, in cambio del più pericoloso trafficante d’armi vivente. Una gestione che alcuni americani giudicano terribile e dettata esclusivamente dalla fama della detenuta.

Filippo Ruffolo

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