Il Factsheet congiunto IOM-UNHCR rivela dei dati allarmanti riguardo i tentativi di migranti e rifugiati di attraversare il Mar Mediterraneo: nel 2023 sono stati riportati circa 210.000 casi di tentati viaggi dall’Algeria, dalla Libia e dalla Tunisia verso l’Europa. Questo rappresenta un aumento del 52% rispetto ai numer dell’anno precedente e segna la quota di sbarchi nel Mediterraneo più alta raggiunta dal 2017.
Sbarchi nel Mediterraneo: una panoramica
Delle 210.000 persone che hanno provato a raggiungere le coste dell’Europa attraverso le tre rotte del Mediterraneo (orientale, centrale e occidentale), nel corso del 2023, solo il 71% è effettivamente riuscito nell’impresa, mentre il restante 29% è stato intercettato e soccorso o fatto sbarcare in Nord Africa. Incrociando questi dati con le informazioni fornite dall’Unione Europea sull’asilo, l’UNHCR ha stimato che circa il 27% delle 151.000 persone che hanno raggiunto l’Europa potrebbe aver avuto bisogno di ricevere una forma di protezione internazionale.
Oltre 3.105 migranti e rifugiati hanno perso la vita o sono scomparsi in mare: un aumento netto rispetto ai più di 2.500 decessi registrati nel 2022. Il 61% dei decessi nel 2023 è avvenuto nel Mar Mediterraneo centrale, mentre più di 680 al largo della Libia e più di 460 al largo delle coste italiane. I decessi a largo delle coste tunisine, il cui aumento è senza precedenti negli ultimi 10 anni, sono stati almeno 700.
In particolare, più di 1.900 decessi nel Mediterraneo centrale nel 2023 sono stati causati da naufragi di massa che hanno comportato la perdita di oltre 20 vite in mare ciascuno. Tuttavia, si ritiene che il numero reale di morti e dispersi lungo queste rotte sia più elevato poiché molti incidenti non vengono segnalati o rilevati.
Gli arrivi in Italia
L’Italia si conferma un paese centrale nelle rotte migratorie mediterranee, sono stati infatti 150.273 gli individui approdati sulle coste della penisola: un aumento del 73% rispetto al 2022. Fra questi migranti, alcuni sono arrivati autonomamente in Italia, mentre altri son ostati soccorsi dalle autorità italiane o dalle ONG.
Nel 2023, l’Italia ha visto un notevole aumento degli arrivi via mare dalla Tunisia, superando quelli dalla Libia. Tra gennaio e settembre, c’è stato un incremento significativo di migranti dall’Africa occidentale e centrale, seguito da un aumento di cittadini tunisini. Mentre nel 2022 i non tunisini rappresentavano solo il 43% degli arrivi dalla Tunisia, nel 2023 sono saliti all’82%. Le principali nazionalità arrivate in Italia includevano cittadini di Guinea, Tunisia, Costa d’Avorio, Bangladesh, Egitto, Siria, Burkina Faso, Pakistan, Mali e Sudan.
Nonostante gli uomini abbiano costituito la maggioranza degli arrivi in Italia, donne e bambini rappresentano una parte significativa degli ingressi del 2023. I bambini hanno rappresentato il 17% degli arrivi, una percentuale simile a quella del 2022, e la maggior parte di essi erano minori non accompagnati. La percentuale di donne è invece aumentata dal 7% nel 2022 al 10% nel 2023. Questo aumento è stato attribuito ai cambiamenti nelle principali nazionalità degli arrivi, in particolare dall’aumento di migranti provenienti da Guinea e Costa d’Avorio, dove le donne rappresentavano una parte considerevole degli ingressi.
Conclusioni preoccupanti
Il movimento di migranti via mare che alimenta gli sbarchi nel Mediterraneo continua a essere una grande preoccupazione per l’UNHCR e l’IOM a causa degli elevati rischi affrontati da chi tenta questo pericoloso viaggio. Questi rischi sono esacerbati dalla limitata risposta di ricerca e soccorso da parte degli Stati in alcune regioni, dal continuo deteriorarsi della situazione in alcuni paesi del Nord Africa e lungo le rotte migratorie.
La comunità internazionale deve unirsi per affrontare il fenomeno strutturale della migrazione. Questo appello, sebbene possa suonare come un disco rotto, deve continuare a risuonare in tutti i paesi d’Europa. È essenziale che si adotti un approccio coordinato e umanitario per proteggere i diritti e la dignità di migranti e rifugiati, garantendo al contempo percorsi sicuri e legali per coloro che cercano una vita migliore.