Saviano vs Salvini: lettera aperta a Conte per difendere la libertà d’espressione

Roberto Saviano

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Quello tra Roberto Saviano e Matteo Salvini è uno scontro oramai a scena aperta. La prima mossa datata 20 luglio parte dal ministro Salvini. È una querela per diffamazione a mezzo stampa riferita principalmente all’espressione usata dallo scrittore napoletano che si è riferito al ministro come ‘ministro della malavita’. La querela però arriva su carta intestata del Viminale. Un abuso di potere secondo molti inaccettabile, che andrebbe a violare la libertà di stampa e di espressione per cui tanto si combatte e si è combattuto. Per questo motivo lo scrittore querelato, per la prima volta, chiede il sostegno della gente, degli artisti e di tutti ‘gli uomini di buona volontà che vogliono opporsi all’autoritarismo’.

Quando Salvini ipotizzò di togliere la scorta a Saviano

Il leader della Lega Nord aveva già in passato scagliato alcune pesanti provocazioni nei confronti di Roberto Saviano, ipotizzando anche la possibilità di togliergli la scorta. Affermazione dubitativa e ipotetica che, però, per molti tanto odorava di ritorsione politica.

Ieri lo scrittore napoletano con una lettera aperta pubblicata su La Repubblica ha invocato con parole toccanti la scesa in campo e la presa di posizione di tutti coloro che hanno la possibilità di esprimersi pubblicamente: scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, ballerini, cuochi, medici, youtuber,ecc..




Non si può ignorare questo richiamo. Perché è vero quello che scrive Saviano: tacere è comodo, perché sbilanciarsi, come ricorda, significa sì avere visibilità ma essere anche ricoperti da una marea di insulti. Perché dividere il tuo pubblico, grande o piccolo che sia, dargli una idea chiara, prendere una posizione significa scontentare l’altra metà.

Saviano: da Gomorra a oggi

Il giornalista napoletano è giunto in vetta alle cronache nel 2006 per la pubblicazione del suo romanzo d’esordio, che si riferiva a fatti reali e affaristici riguardanti la camorra: Gomorra. Il libro ha venduto circa 10 milioni di copie in tutto il mondo. Da allora lo scrittore vive sotto scorta. Una vita scomoda, una voce potente e non amata da tutti. Certo è che questo appello non lo si può ignorare. Perché a prescindere dalle idee politiche o dalla simpatia che si può provare o meno per l’intellettuale napoletano, il diritto d’espressione deve essere salvaguardato. 

La petizione

Per questo motivo oggi le associazioni Articolo 21 e Progressi, hanno lanciato una petizione. Questa altro non è che una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’iniziativa ha già raccolto diverse migliaia di firme sul sito www.fare.progressi.org. Le associazioni chiedono che il premier prenda posizione e si pronunci ” in modo fermo in difesa della libertà di espressione e manifestazione del pensiero, del diritto di cronaca, di critica e di satira, principi fondanti della nostra Repubblica e della nostra democrazia”.

Per il momento ancora nessuna risposta, intanto ricordiamo:

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.» L’articolo 21 è l’articolo della Costituzione Italiana dedicato alla libertà di stampa.

Marta Migliardi




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