“Saturno contro” questa sera non è solo un modo di dire
Non so perché, ma quando guardo verso il cielo e sopra di me ci sono solo stelle, gli occhi mi bruciano per la sublime sensazione di smarrimento che la bellezza celeste mi trasmette senza sforzo.
Se poi mi impegno un pochino a cercare le costellazioni, la bellezza diventa gioia e mistero, diventa leggenda secolare, tramandata da millenni e ammirata da milioni di altri occhi.
Saturno era già stato osservato dai babilonesi che lo chiamarono Nimis. Il nome che ha oggi gli venne dato dai romani: corrispettivo latino del greco Cronos (Κρóνος), dio dell’agricoltura e dello scorrere delle stagioni. Il telescopio di Galileo, se pure poco sofisticato, nel 1610, ne lasciò intuire la forma peculiare, senza, tuttavia, rivelare l’arcano di quelle strane masse che comparivano accanto al corpo centrale del pianeta e che oggi sappiamo essere assembramento di milioni di corpi ghiacciati di variabile grandezza.
In queste sere di quasi estate, il nostro sguardo di amatoriali osservatori di cieli, dovrà volgersi verso sud per ammirare lo splendore di un Saturno in opposizione (cioè inclinato di 180°) col Sole. Solo 1,3 miliardi di km, separano gli anelli da casa nostra: un’occasione visibile anche ad occhio nudo, basterà guardare verso sud e cercare nella costellazione di Ofiuco, come ha suggerito su Ansa Gianluca Masi, direttore del Planetario di Roma.
Quest’estate, insomma, la passeremo in compagnia di Saturno in opposizione, dei suoi anelli e dei numerosi satelliti, da Titano (che fu scoperto ad occhio nudo nel 1655 da Christian Huygens), a Giano, l’ultimo scoperto tramite telescopio, osservato per la prima volta nel 1966.
Il 25 giugno, altra data che vedrà Saturno protagonista del cielo, lungo tutta la Penisola si terranno una serie di iniziative che coinvolgeranno gli amanti delle stelle nell’osservazione di pianeta in questa favorevole posizione. Tutti gli eventi saranno parte del progetto Occhi su Saturno.