Sono anni che gli astronomi cercano di scoprire un satellite naturale attorno a un pianeta extrasolare, già nel 2013 era stato individuato un candidato ma non era stato possibile confermare la scoperta, nel luglio del 2017 spuntò un nuovo candidato, la possibilità di un satellite extrasolare orbitante attorno al pianeta Kepler-1625b, ora è stato pubblicato su Science Advances il lavoro scientifico scaturito da quelle osservazioni che confermerebbe la scoperta.
Kepler-1625 è una stella che dista 8000 anni luce da noi, Kepler-1625b è un gigante gassoso, poco più grande di Giove, che orbita attorno alla stella. Saprete o magari ricorderete da precedenti articoli che i pianeti extrasolari si scoprono osservando la perturbazione nella luce della stella provocata dal passaggio del pianeta tra noi e l’astro. Gli astronomi guidati da Alex Teachey della Columbia University, che due giorni fa ha diffuso la notizia, osservando il passaggio di Kepler-1625 col telescopio spaziale Kepler hanno notato un’anomalia nella curva di luce. Questo primo risultato fu abbastanza per garantire al team 40 ore di tempo del telescopio spaziale Hubble (l’accesso a Hubble è fortemente contingentato e la lista di attesa molto lunga) che ha permesso osservazioni quattro volte più precise. Il transito di Kepler-1625b davanti il disco della stella dura 19 ore, gli astronomi avevano però bisogno di monitorare alcune ore prima e alcune dopo, ma perché? cosa avevano notato? Che dopo la fine del transito di Kepler-1625b nella luce della stella c’era un nuovo affievolirsi (più contenuto) della luminosità, una delle ipotesi possibili era che il grande pianeta fosse seguito da un corpo più piccolo.
Purtroppo le 40 ore di tempo con Hubble sono scadute prima che il transito della presunta luna fosse completato, ma i dati raccolti sono stati sufficienti per stimare che il satellite orbitante attorno al pianeta dovrebbe essere una luna enorme, delle dimensioni di Nettuno e dunque probabilmente gassoso come il suo pianeta.
A parte l’evento di aver individuato il primo satellite extrasolare questa scoperta apre anche dei dubbi sulla nostra comprensione dell’origine dei satelliti naturali, in breve: nel nostro Sistema Solare abbiamo catalogato circa 200 satelliti, la maggior parte di essi sono molto più piccoli del pianeta attorno a cui orbitano, fanno eccezione la Luna e Caronte (il maggior satellite di Plutone) per cui il rapporto tra massa del satellite e del suo pianeta è più grande, per questi satelliti si è ipotizzata un’origine diversa, un impatto catastrofico contro il pianeta ha scaraventato nello spazio una significativa parte del protopianeta che poi si è condensata nel satellite naturale, mentre per esempio i satelliti di Giove sarebbero “sassolini” vaganti che l’enorme gigante ha catturato. Questa ipotesi di formazione di satelliti naturali insolitamente grandi però non si attaglia a Kepler-1625b e alla sua luna che sono pianeti gassosi.
Fonte immagine: www.nasa.gov
Roberto Todini