Sarco, un nuovo modo di concepire la morte: la storia della 64enne

Sarco è stato utilizzato per la prima volta da una 64enne americana in un casolare nei boschi del Canton Sciaffusa, in Svizzera.

Inventato nel 2017, Sarco è stato utilizzato per la prima volta il 23 settembre scorso da una 64enne americana, probabilmente affetta da una grave deficienza immunitaria, in un casolare tra i boschi del Canton Sciaffusa, in Svizzera. Il giorno successivo, le persone coinvolte sono state arrestate dalla polizia cantonale per istigazione al suicidio: la capsula non è conforme alla legge, come aveva già annunciato la ministra della Sanità elvetica Elisabeth Baume-Schneider rispondendo ad un’interpellanza parlamentare, proprio sulla legalità di Sarco.

Cos’è Sarco

Il nome completo è Sarco Suicide Pod, si tratta di una capsula mortuaria: una cella con un lettino lievemente in diagonale, uno sportello che si solleva e uno schermo che recita “per favore, di Ciao per iniziare”. Dopo una serie di domande introduttive, schiacciando un bottone si può morire: nel giro di 5 minuti, infatti, il processo prevede una rapida diminuzione dell’ossigeno e il rilascio di 4 litri di azoto liquido, che vaporizzato poco prima di essere immesso nella capsula causa proprio l’abbassamento del livello di ossigeno a meno del 5% in circa un minuto. Una volta iniziato, il processo può essere interrotto in qualsiasi momento premendo il pulsante Stop.

Un design futuristico, che alterna colori come il bianco e il viola, dotato di vetri che possono essere oscurati o rimanere trasparenti, proprio per godersi l’ultimo panorama che si è scelti di vivere. Stampato in 3D, il macchinario può essere trasportato ovunque si desideri, dall’idillio del bosco alle sale dedite al suicidio assistito. Secondo l’inventore, medico e attivista australiano Philip Nitschke, fondatore di Exit azienda australiana che si occupa di medicina elvetica, la sensazione più forte che si può provare all’interno del Sarco è quella di una lieve vertigine che, in breve tempo, sarà rimpiazzata dall’incoscienza.

«La persona sperimenterà un vago disorientamento e una lieve euforia, prima di perdere conoscenza».

Una morte per ipossia, nel posto scelto da chi ne usufruisce. Il dispositivo, inoltre, nasce anche come bara, dove la capsula può essere rimossa dal basamento e utilizzata per inumare il defunto senza dover rimuovere il corpo da dentro.

Tutto è spiegato nei dettagli sul sito dell’azienda dalle questioni legali, alle storie di chi decide di prendere questa scelta e le informazioni sull’inventore.

E domani?

Risulta affascinante e disturbante allo stesso tempo: la Svizzera, ora, ha di fatto reso illegale Sarco, ma in futuro, anche prossimo, la situazione potrebbe prendere una piega decisamente diversa. Secondo l’inventore, infatti, Sarco potrebbe essere ottenuto, in un ipotetico futuro, tramite un test che valuti in modo completo la salute mentale di un potenziale utente, al fine di garantire che la decisione sia stata presa in modo indipendente e senza pressioni esterne. Se il test dovesse risultare positivo, l’utente avrebbe a disposizione 24 ore e un codice d’accesso per prendere la sua scelta.

Sarco apre sicuramente le porte ad un nuovo modo di concepire la morte e il corpo, così come la proprietà che un individuo ha su di esso. La possibilità di scegliere come morire e quando è storicamente il più grande e, sotto certi aspetti, ultimo atto di libertà concesso all’essere umano.

Al centro del dibattito politico, morale e religioso internazionale, l’eutanasia, che dal greco si traduce come buona morte, consiste, da definizione, nel procurare intenzionalmente e nell’interesse di un individuo la morte nel momento in cui la qualità della vita di questo è fortemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica. Questa pratica è in Italia ancora illegale, e potete trovare all’interno del sito altri articoli in cui l’argomento viene approfondito.

La domanda sorge spontanea: dove tracciare la linea di confine? E secondo quale prospettiva, se è pur lecito, tracciarne una?

 

 

Azzurra Rachelli

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