Santanchè querela Report, ma il governo teme lo scandalo

Santanchè querela Report

La Ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si trova al centro delle polemiche dopo un’inchiesta di Report riguardante alcune mosse finanziarie poco chiare.
Le opposizioni insorgono, e la Ministra fa scattare la querela

L’inchiesta del programma televisivo Report sulla gestione di Visibilia e Ki Group da parte dell’allora imprenditrice Daniela Santanchè, oggi Ministra del Turismo, ha scatenato tensioni tra governo e opposizione.
Secondo le testimonianze di fornitori e dipendenti, l’imprenditrice avrebbe accumulato debiti milionari nei confronti dei fornitori, licenziato dipendenti che attendono ancora il tfr,  distribuito compensi d’oro per gli amministratori.
Inoltre, si parla di aziende floride ridotte sul lastrico, strane operazioni finanziarie con fondi stranieri, e il coinvolgimento di altre figure politiche.
Santanchè ha subito smentito, rispondendo a Report con una querela.

Intanto, le opposizioni chiedono chiarimenti. E non escludono immediate dimissioni della Ministra.

“Open to Fallimento”: cosa rivela l’inchiesta di Report

L’inchiesta, andata in onda il 19 giugno scorso nel programma di Sigfrido Ranucci, firmata da Giorgio Mottola e intitolata “Open to Fallimento” (con riferimento alla discussa campagna pubblicitaria “Open to Meraviglia“), racconta la gestione Santanchè di due società:  Visibilia e Ki Group.

In particolare, Ki Group è un’azienda di commercializzazione di prodotti biologici rilevata, intorno al 2011, da Santanchè e dal suo ex compagno Canio Mazzaro.
Secondo le fonti dell’inchiesta, i due si sarebbero portati a casa compensi da milioni di euro.

I due si avvicendano più volte alla presidenza del cda di Ki Group e della controllante Bioera, assegnandosi compensi che nel tempo sono arrivati a superare i 600mila euro all’anno.
In meno di nove anni, solo come stipendi per le cariche sociali, Daniela Santanchè si è portata a casa due milioni e mezzo di euro e Canio Mazzaro sei. Non solo, per anni Ki Group ha pagato a Mazzaro l’affitto di un’automobile di lusso e di una casa in centro a Milano, indicato in bilancio come ufficio di rappresentanza

Nel 2018, Santanchè e Mazzaro subentrano alla gestione diretta dell’azienda, accumulando debiti di oltre 8 milioni di euro verso i fornitori (circa un quarto del fatturato). Debiti mai risanati, che portano alcune piccole aziende, come Verde Bio, alla bancarotta.
A partire dal 2019, i bilanci della Ki Group vengono bocciati, mandando la società sul lastrico.

A questo punto, Santanchè e Mazzaro creano una seconda società, la Ki Group srl, con i rami dell’azienda che fatturavano. In più, prendono in affitto, con 50mila euro l’anno, la fallita Verde Bio.

Con 50mila euro all’anno, Daniela Santanchè e Canio Mazzaro hanno acquisito di fatto il controllo di un’azienda che, grazie al marchio Verde Bio, arrivava a fatturare tra i 2 e i 3 milioni di euro all’anno.
Anche Ki Group srl nel frattempo crolla. E di nuovo, invece di dichiarare fallimento, tutte le attività vengono spostate in una nuova società che si chiama, udite udite, Verde Bio.
L’operazione viene condotta in prima persona da Daniela Santanchè

Intanto, i dipendenti perdono il lavoro, e molti di loro attendono, ad oggi, il tfr.

Un altro caso riguarda Visibilia, che fino all’ottobre scorso era gestita da  Santanchè e dall’attuale compagno, Dimitri Kurz.
Anche in questo caso, l’azienda si sarebbe trovata sull’orlo del fallimento con bilanci continuamente bocciati.
Per far fronte ai problemi di liquidità dell’azienda, nel 2019, Visibilia avrebbe chiesto un prestito a una misteriosa società di investimento di Dubai, la Negma.




A questo punto, nell’inchiesta compare anche il nome dell’allora avvocato Ignazio La Russa, oggi Presidente del Senato.
La Russa avrebbe inviato alla redazione di MilanoToday una diffida per conto della Visibilia.
Dopo alcune settimane, la sua firma in calce si troverebbe anche su un’altra diffida, inviata sempre a MilanoToday, ma questa volta da parte della Negma.
La posizione di la Russa, quindi, appare poco chiara.

Santanchè querela Report: “falsità per screditarmi”

Dopo la trasmissione dell’inchiesta, la Ministra del Turismo ha subito replicato con una nota nella quale annuncia azioni legali.

In merito al servizio di Report e alle conseguenti notizie di stampa, Daniela Garnero Santanchè precisa che le suddette notizie risultano prive di corrispondenza con la verità storica.

Tali notizie sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva e unilaterale,  per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l’immagine e la reputazione della sottoscritta presso l’opinione pubblica

Secondo la nota, inoltre, si apprende che Report aveva ricevuto una richiesta preventiva di non mandare in onda le notizie relative a Daniela Santanchè.

I responsabili della trasmissione erano stati preventivamente invitati a evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano.
Per questi motivi ho dato mandato ai legali di fiducia per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie

Opposizione: “chiarimenti o dimissioni”

Nel frattempo, Pd, M5S, Azione +Europa e Alleanza Verdi Sinistra chiedono spiegazioni da parte di Santanchè su quanto dichiarato da Report, e alludono alle sue dimissioni.

Tra questi, il deputato PD Peppe Provenzano, chiede un’immediata uscita di scena della Ministra.

Quello che sta emergendo su Daniela Santanchè è incompatibile con il ruolo di Ministra della Repubblica. Non ci sono alternative: dimissioni

Allo stesso modo, Chiara Appendino, del M5S, accusa Santanchè di nascondersi dietro un muro di silenzio.

Da due giorni chiediamo alla Ministra di spiegare e di chiarire, concedendole il beneficio del dubbio. Però nulla, solo silenzio. Un silenzio che rispetto a un quadro così grave come quello tratteggiato da Report, diventa assenso. A questo punto le dimissioni da Ministra del Turismo sono l’unico epilogo possibile

Intanto, la Lega si dichiara in attesa di un intervento di Santanchè in Parlamento, e specifica che sarà compito dei tribunali fare giustizia.

Aspettiamo che la Ministra spieghi le sue ragioni.
I processi non si fanno in televisione con le inchieste giornalistiche, se ci sarà qualcosa saranno altri organismi a dover intervenire, non certo Report

Tutti i partiti, inoltre, auspicano a una presa di posizione da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Così incalza Nicola Fratoianni,  segretario nazionale di Sinistra Italiana e parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra:

Se qualcuno spera che la via d’uscita sia l’oblio si sbaglia di grosso. Se la Ministra sfugge, la presidente del consiglio Meloni non può e non potrà fare altrettanto: voltarsi dall’altra parte, fare finta di niente non può essere la soluzione. Il Parlamento e l’opinione pubblica del Paese hanno il diritto di sapere come stanno le cose

Tensione al governo: Meloni assicura fiducia, ma limitata

Seppur lontana dalle telecamere, Meloni non è rimasta con le mani in mano di fronte allo scandalo.
Risulta, infatti, che abbia telefonato a Santanché per dirle che ripone piena fiducia in lei, a patto che nulla rimanga nascosto.

Sei sicura che non ci sia nulla che possa metterti realmente in difficoltà?

Questo avrebbe chiesto Meloni, poi rassicurata dalla Ministra e dai suoi avvocati.
Ma i dubbi sul passato imprenditoriale di Santanché non sarebbero nuovi al Premier, che avrebbe indagato in modo informale già prima di proporla come Ministra.

La vicenda prevede di allargarsi, mentre la tensione al governo si alza.

Giulia Calvani

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