Sanitari politici, torna in rilievo il Covid con le sue celebrità

Sanitari politici

Sanitari eroi! Sanitari celebrità! Ora, sanitari politici. Addottorati in medicina, in simili e in dissimili, quante star ha creato il Covid?

Nell’emergenza popolarmente distruttrice, il popolo ha cercato, trovato e spiccato, i propri riferimenti umani. Sapienti infettivologi  o ignoranti pseudo infettivologi, veri o falsi immunologi, pro-vax o no-vax; ogni uomo o donna di pensiero ha avuto da decidere e proclamare. Da portare alto, in mezzo al dissidio, il concorrente adulato, incarnante la propria idea. Così, si è generata una vera e propria edizione di “celebrità da Covid”: operatori nel campo della sanità, testimonianti di verità, esperti del settore, etc. hanno raggiunto vette di fama che non avrebbero potuto raggiungere senza l’occasione pandemica.

Alcuni dei “fortunati”, dopo la piena dell’emergenza hanno riconosciuto che il loro compito di propaganda fosse finito, ritirandosi nella zona d’ombra in cui erano abituati a stare.  Altri della categoria, invece, hanno approfittato grandemente dello slancio. Rendendosi oggi personaggi noti, classe dirigente, fascia aspirante di giocare forte anche per la politica.

Esempi della suddetta divisione sono il microbiologo Andrea Crisanti e l’infettivologo Matteo Bassetti. 

Sanitari politici, l’ambizione non è mai troppa

Cominciando dagli stadi evolutivi di Matteo Bassetti: infettivologo; tele-infettivologo; tecnocrate? È ciò in cui vorrebbe trasformarsi, ciò che ha dichiarato lo “lusingherebbe”. Si è mantenuto tutt’altro che modesto e, pur non avendo avanzato una candidatura di partito ufficiale, lo studioso ha affermato: “Disponibile a fare il ministro della Salute“. Poi, adducendo alle sue proprietà, manifestate ideali per il ruolo, ha dichiarato:  “Amo il mio lavoro e  penso di conoscere abbastanza la materia della sanità, essendomi  laureato più di 25 anni fa, lavorando nel Servizio sanitario nazionale da oltre 20 anni, essendo direttore di una Struttura operativa  complessa di un ospedale dal 2011 e facendo il professore  universitario“. Un pensiero carino quello del genovese, che lui stesso avalla con ulteriori considerazioni: “Mi pare un errore non parlare delle strategie da adottare dopo il 25 settembre“. Il richiamo è insomma all’attenzione e alla valutazione cosciente da dedicare all’ancora vigente pericolo Covid. Un fuoco affievolito, che potrebbe divampare nei prossimi mesi.

Per Andrea Crisanti la questione è totalmente diversa. Lui, infatti, sarà capolista nella circoscrizione Europa per il Partito Democratico. La sua candidatura, spiega lo stesso, è volta a ” dare un contributo alla progettazione del nostro futuro in questo momento particolare, cruciale per l’Italia“. Confermandosi netto e provocante, il medico non ha indugiato nel rispondere cattivamente agli opposti di corrente. Parlando di un Salvini verso lui critico ha detto: “Basta vedere cosa ha fatto in politica sia sul piano della Sanità che sulla politica estera per capire di cosa stiamo parlando” e poi: “Con Salvini avremmo avuto 300mila morti di Covid “.

Interessante lo scenario della nuova specie di politicanti. Da valutare ancora se saranno uomini prestati al bene di Stato o al bene proprio; il futuro potrebbe darci una sentenza. Intanto, il presente lascia adito a un’altra domanda: è giusto che un medico, forte solo del prestigio, s’improvvisi parlamentare o ministro? 

“Sì, può condurre utili perizie nel suo settore” oppure “No, è solo un fuori luogo”?

Gabriele Nostro

 

 

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