Una legge di bilancio che scontenta tutti
Non cessa di fa discutere la Legge di Bilancio appena varata dal Governo giallo-verde.
Dopo le proteste delle associazioni no profit per la tassazione del settore e dei Commercialisti per l’introduzione della fatturazione elettronica, sotto attacco stavolta è la sanità pubblica.
A lanciare l’allarme sono i sindacati del comparto medico e sanitario. I posti di lavoro a rischio, tra medici e dirigenti, sono ben 150.000.
Il comma 687 della finanziaria, ha riportato la dirigenza amministrativa, professionale e tecnica nei ruoli del personale del Servizio Sanitario Nazionale, non tenendo conto della contrattazione collettiva e dei sindacati.
Sanità a rischio: la risposta dei sindacati
Il rinnovo del contratto collettivo nazionale, che attende di vedere la luce da 10 anni, viene, di fatto, rimandato sine die a dispetto degli accordi già sottoscritti dalle rappresentanze sindacali.
Un provvedimento che, a detta del Segretario Generale del Sindacato dei Medici Italiani (Smi), Pina Onotri, rappresenta una svolta antidemocratica, svilisce il ruolo dei Sindacati e mette in discussione il rinnovo contrattuale per centocinquantamila medici e dirigenti sanitari.
In buona sostanza la manovra approvata dal Governo del Cambiamento non si discosta in modo significativo dalle precedenti finanziarie lasciando la categoria in una condizione di empasse.
Il rischio è quello di un collasso della sanità pubblica, stretta tra blocco contrattuale, carenza di personale specializzato e strutture ospedaliere troppo spesso inadeguate.
Le dichiarazioni del Ministro della Salute Giulia Grillo
Il Ministro Giulia Grillo sta giocando una partita significativa che potrebbe seriamente minare la credibilità del dicastero e del Governo in generale.
“Ai medici in sciopero dico che siamo dalla stessa parte… Nella legge di Bilancio ci sono le risorse per onorare gli impegni presi rispetto ai rinnovi contrattuali 2019-21…” così aveva annunciato il Ministro Grillo a novembre scorso.
L’impegno era di risolvere l’annosa questione con la legge di bilancio, ma il comma 687 ha azzerato le trattative facendo ripiombare la categoria nella rabbia e nello sconforto.
La richiesta che arriva ora a gran voce è quella di un tavolo di confronto urgente con il Ministro.
Nel frattempo è stata già annunciata una prima mobilitazione nazionale per il prossimo 25 gennaio ed altre ne seguiranno nel mese di febbraio.
Federica Nobilio