Annuncia Stephen Withers al 256esimo congresso della American Chemical Society: “Abbiamo trovato nei batteri intestinali degli enzimi in grado di rimuovere gli antigeni di superficie dai globuli rossi. In questo modo si può convertire sangue di tipo A, B o AB in sangue di tipo 0, ovvero universale”.
Il problema della carenza di sangue è uno dei flagelli del mondo moderno. Il progresso scientifico ha permesso l’ideazione di tecniche medico-chirurgiche sempre più innovative e salvavita. E molte di esse hanno lo stesso comune denominatore: la trasfusione di sangue. Sangue che viene utilizzato in caso di importanti interventi chirurgici, in caso di malattie ematologiche come l’anemia falciforme, in caso di massive emorragie. A differenza degli strumenti chirurgici e dei farmaci, il sangue non può essere creato in laboratorio (per ora) ma deve essere prelevato da persone sane che possono donarlo a chi ne ha bisogno.
Nonostante la generosità umana, un altro problema sta nel fatto che non tutto il sangue può essere usato in modo intercambiabile. Gli individui infatti vengono suddividi in base al gruppo sanguigno: A, B AB e 0 (ma anche altri meno conosciuti: sistema MNS, sistema Kell, ecc.). L’appartenere o meno ad un determinato gruppo sanguigno dipende dalla presenza sulla superficie dei globuli rossi (le principali cellule del sangue) di alcuni antigeni (sostanze di natura proteica o glucidica). Una persona di gruppo A, ad esempio, possiede l’antigene A e non l’antigene B.
Se a questa stessa persona venisse trasfuso del sangue di tipo B (in cui è presente l’antigene B) probabilmente morirebbe. L’organismo infatti, riconoscendo l’antigene B come “estraneo”, produce degli anticorpi per eliminare i globuli rossi su cui è presente. Ecco perchè il sangue di tipo 0 è così raro e utile: non possiede antigeni e può essere trasfuso ai gruppi A, B, AB e 0.
La scoperta
All’università della British Columbia i ricercatori hanno scoperto che alcuni batteri presenti nel nostro intestino possiedono egli enzimi in grado di rimuovere gli antigeni dalla superficie dei globuli rossi molto efficacemente. In tal modo il sangue potrebbe essere reso “universale” (come il gruppo 0), e quindi trasfuso a persone con gruppi sanguigni diversi senza reazioni avverse. La prossima tappa della ricerca consiste nell’avviare degli esperimenti su vasta scala, così da potere in seguito testare l’applicazione clinica del sangue “universale”.
Fonte: la-riviera.itChe il sangue venga reso universale o meno, la materia prima scarseggia comunque. Invito tutte le persone sane tra i 18 e i 60 anni a rivolgersi agli ospedali o ai centri di raccolta di sangue. Basta spendere pochi minuti del proprio tempo poche volte l’anno per compiere un gesto che può davvero fare la differenza. Dona sangue, dona vita.
Marco Giglia