Una drammatica telefonata svela la verità su Alessandro Sandrini

Alessandro Sandrini prigioniero di un gruppo armato siriano

Fonte Gds.it

Con una disperata chiamata informa la famiglia di essere stato rapito. Non si avevano notizie di Sandrini da più di un anno

“Mi tengono prigioniero aiutatemi. Vogliono il riscatto, altrimenti mi uccidono”

Sono le angoscianti parole che si è sentita dire al telefono la madre di Alessandro Sandrini, il trantaduenne operaio bresciano, scomparso il 3 Ottobre 2016, dopo essere partito per una vacanza in Turchia. La donna ha raccontato le strazianti telefonate del figlio, al Giornale di Brescia, riportando tutti i particolari della enigmatica vicenda, su cui indaga la Procura in collaborazione con il Ministero degli Esteri. Un comunicato diramato dal Ministero, sottolinea come il caso di Sandrini, che si troverebbe, quindi, prigioniero in Siria, fosse già stato segnalato alla Farnesina:

“Il caso del connazionale è da tempo noto e seguito dalla Farnesina”





La signora Sandrini ha ricevuto la prima chiamata il 19 Ottobre e le parole di suo figlio hanno subito svelato la tremenda verità:

“Mamma non so dove sono mi hanno sequestrato”

La seconda telefonata risale a domenica 3 Dicembre:

“Avvisa l’Ambasciata italiana, vogliono i soldi, non da noi, dallo Stato”

Gli investigatori non sono purtroppo riusciti ad individuare la rete dalla quale sono pervenute le chiamate, che secondo i dati rilevati, potrebbe essere virtuale.

La prima ricostruzione dei fatti risale ad un anno fa, subito dopo la denuncia di scomparsa presentata dalla madre di Sandrini. Sembra proprio che l’uomo abbia fatto scalo a Istambul e soggiornato ad Adana, città turca distante circa 200 km da Aleppo, tenendo fede in questo modo al programma della sua vacanza. Le indagini indicano come luogo dove potrebbe essere tenuto prigioniero Alessandro, alcune località a confine con la Siria. Inizialmente si è anche pensato ad un finto rapimento, ma nessun movimento è stato registrato su carte di credito e conti correnti dell’operaio e questo conferma il timore ormai fondato che quanto Sandrini racconta sia attendibile e che l’uomo potrebbe essere tenuto prigioniero da un gruppo armato siriano.

 Anna Lattanzi

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