Nel nord del Cile, a circa 100 chilometri da Calama, tra i luoghi più spettacolari dell’America del Sud, esiste una natura sconfinata, incontaminata e sorprendente dove il punto di partenza per la maggior parte delle escursioni è San Pedro de Atacama. Un’oasi in mezzo al deserto ad un’altitudine di 2.407 m s.l.m, con la sua cultura contenuta in ciascuno dei suoi edifici.
Il Cile è un paese con una grande diversità etnica e culturale, dove la cultura millenaria degli Indios convive con quella più recente degli immigrati Europei. Attualmente sono riconosciute dallo Stato cileno nove popoli indigeni nativi. Ciascuno con la propria visione del mondo. Sul finire dell’Ottocento (contro Bolivia e Perù) con la guerra del Pacifico (che finì con la vittoria cilena nella battaglia di Huamachuco) il 10 luglio del 1883 il Cile ottenne il dominio sulla regione di Atacama. Nel Norte Grande. Il luogo più arido del mondo ma ricchissimo di rame e salnitro, sabbia e dune alte come una collina. Circa a 100 chilometri da Calama il deserto, tra i più aridi nel mondo, nasconde geloso una piccola oasi: San Pedro de Atacama.
Un luogo dove la natura aiuta l’altro, incontrandosi in un ruolo fondamentale, con la sua storia e cultura spesso ignorata. Da qui il confine con la Bolivia è dietro l’angolo, basta un’ora di autobus e si sale su per 4000 metri raggiungendo il piccolo villaggio rurale di vita pacifica, fatto con muri di adobe. Un villaggio che accoglie i turisti provenienti da tutto il mondo.
San Pedro, un’oasi nel deserto di Atacama è detta anche: la porta del cielo. Grazie all’altitudine, al clima e all’assenza d’inquinamento luminoso. E’ uno dei punti di confine più alti del mondo e, fino a non molto tempo fa, era poco visitato. Circondato da vulcani addormentati è laghi coperti di spuma dai colori bizzarri, è un pezzo di mondo reso famoso anche per la presenza degli osservatori astronomici (ALMA).
Situato nel frammezzo del deserto di Atacama in Cile (il luogo più arido della terra, un deserto ben 50 volte più riarso della Death Valley), è collocato sul bordo del Salar. Una distesa di sale di rara bellezza che si estende per circa 300.000 ettari al cui interno si può ammirare la Laguna di Chaxa, habitat dei fenicotteri rosa. Circondato da Valli come la Valle della Luna e la Valle della Morte.
Alla scoperta di San Pedro de Atacama
E’ un piccolo e graziosa villaggio che rappresenta il punto di partenza perfetto per scoprire le bellezze del Nord del Cile. Situato nell’estremo nord del paese, nella provincia di El Loa, è una cittadina di circa 5.000 abitanti, le cui origini si perdono in un passato remoto. Da sempre è una sorta di oasi ai margini del deserto di Atacama. Dominata dal Vulcano Licancabur, che arriva a sfiorare i 6000 metri attirando l’attenzione grazie alla sua forma di cono perfetto. Nelle giornate più terse si nota il suo tipico profilo che si staglia tra i tetti delle case. Con la cima ricoperta di neve.
San Pedro de Atacama rappresenta un perfetto esempio di storia. Numerose sono le testimonianze di epoca precolombiana che si possono scoprire per le strade della cittadina e nel R. P. Gustavo Le Paige Archaeological Museum. Ricco di manufatti e ceramiche bellissime. Un’altra attrazione della città è la chiesa di San Pedro, dichiarata monumento nazionale cileno. Un magnifico tempio interamente costruito in adobe, si trova nella piazza centrale. Si presenta con un cortile cinto da mura bianche intonacate, mosse da cuspidi alternate a pilastrini e da un arco d’ingresso corredato da 3 grandi merli. Il possente campanile ha una forma particolare e il sobrio interno ospita un bellissimo tetto di legno.
Il centro è molto piccolo ed è facile orientarsi. Calle Caracoles è la strada principale dove vi sono la maggior parte delle agenzie, ristoranti, alcuni mercati e negozi. Qui si ha la sensazione di essere in un posto lontano dalla civiltà e fedele a se stesso. Non c’è nulla ma c’è tutto. L’aria è rarefatta, la natura è forte e selvaggia e la sua popolazione ancora incontaminata. Tra le case e le strade polverose di terra rossa, si potrà assaporare lo scorrere di una vita arricchita da tradizioni ancora molto vive, folklore e genuinità.
E’ il secondo luogo più visitato in Cile dopo il Torres del Paine. A sud del paese. San Pedro de Atacama presenta una geografia impressionante con resti archeologici ben conservati. Riceve ogni anno più di 250 mila turisti, sono principalmente stranieri. Soggiornano in città per poi partecipare a vari tour.
Da qui la possibilità di visitare le tante e diverse meraviglie di questi terreni: Il Salar de Atacama; La Laguna Chaxa; Il Geyser del Tatio; La Laguna Cejar; Le Terme di Puritama; Il Pukara de Quitor; La Valle della Morte; La Valle della Luna; La Laguna Miscanti; Il Vulcano Licancabur; La Riserva Nazionale Los Flamencos.
Deserto di Atacama
Nel Cile settentrionale, sotto terra, c’è il cuore del deserto che lì riposa all’ombra, paziente. Definito “deserto assoluto” in quanto è quello più asciutto ed inospitale al mondo: il deserto è quello di Atacama. Incassato tra le Ande e l’Oceano Pacifico, si trova nelle regioni di Antofagasta ed Atacama. Posto tra due grandi catene montuose: quella Andina e la Cordigliera della costa. La parte più arida del Deserto di Atacama è una zona denominata “la doppia ombra della pioggia“. Unico fiume presente è il Rio Loa.
Il Deserto di Atacama è una landa di terra rossiccia che appare come un oceano pietrificato, senza confini. Continuamente modellato e rimodellato dal vento, il deserto pietrificato di Atacama cela un universo fatto dalla pietra del coyote, da valli, dune e laghi di sale. Rappresenta una realtà quasi ‘soprannaturale’, un luogo di rara bellezza naturalistica, che risveglia il senso di scoperta e meraviglia. E’ la terra più secca, improduttiva e arsa del mondo. Tra le onde di sabbia l’acqua è presente, anche se in modeste oasi, per la gioia di timide piante, di uomini e di animali. Il cielo notturno in questa regione offre notti tra le più buie e limpide dell’intero pianeta.
In più questo deserto lunare offre anche lati sensibili come narra Luis Sepulveda in “Le rose d’Atacama”: “Ogni anno il 31 marzo, piove per mezz’ora e questa pioggerellina è sufficiente a far fiorire il deserto, a tingerlo di rosso con i milioni di piccole rose di Atacama, fiorellini che resistono poche ora prima di essere incenerite dal sole”. Un evento eccezionale che accade in media ogni cinque anni, ma con un periodo statisticamente variabile fra i tre e i sette anni. Nei mesi di dicembre e gennaio, il deserto di Atacama diviene teatro dello spettacolare fenomeno del desierto florido. Il fenomeno è legato alle oscillazioni climatiche causate da El Niño. Richiama turisti e studiosi da tutto il mondo per vedere le migliaia di specie di fiori gialli, rossi, bianchi e viola che crescono in questi spazi generalmente secchi.
La gente del deserto: los Atacameños
Arido, sterile e inospitale, il deserto di Atacama sembra un luogo improbabile per insediamenti umani. Ma, l’evidenza di attività umana risale a più di 10.000 anni fa. I discendenti di questi primi coloni attualmente formano uno dei nove popoli indigeni riconosciuti del Cile. Sono chiamati Atacameños, o Lickan Antay. Tutt’oggi possono essere ancora trovati nella regione di Antofagasta, in particolare nei pressi di Calama e San Pedro de Atacama.
A San Pedro de Atacama l’uomo è giunto almeno nel 9.000 a.C. (cultura Lickan Antay). Ma, la massima espressione l’ha raggiunta nel periodo contemporaneo in contatto con l’impero altiplainico di Tiwanaku, tra il 500 e il 1000 d.C. Dopo il misterioso crollo della cultura Tiwanaku, nel 15° secolo, gli Atacemños sono stati sottoposti ad un altro periodo di dominio straniero, con l’impero Inca. La caduta degli Incas giunge con l’arrivo degli spagnoli. Nel 1557, i capi indigeni, accettano la pacificazione firmando un accordo dove riconoscono gli Atacmeños come soggetti spagnoli.
Tuttora la visione del mondo Atacameño ricorda quello degli Incas. Ancora oggi rendono omaggio alla Pat’ta Hoy’ri, equivalente alla Pachamama Inca. Oggigiorno, questa visione del mondo indigena è combinata con il cattolicesimo, a cui gli Atacameños sono stati convertiti a seguito della dominazione spagnola.
Un evento annuale importante è l’enfloramiento, cerimonia in cui l’orecchio del proprio bestiame viene perforato con un pon-pon di lana colorata. Il sangue che gocciola al suolo rappresenta un’offerta a Pachamama. Un’una altra pratica è il limipa de Canales, dove tutta l’ayllus si riuniscono per la pulizia dei corsi d’acqua che irrigano i terrazzamenti agricoli.
Questo popolo indigeno cerca di conservare il suo stile di vita tra turisti attratti dai fenicotteri, miniere e osservatori spaziali. I Lickan Antay vivono in gruppi attorno alle piccole oasi in cui ci sono fonti d’acqua e tradizionalmente sono, contro ogni attesa, agricoltori e allevatori. La chiave della loro sopravvivenza è la gestione dell’acqua.
La cucina Atacameña
E’ una fusione di culture indigene e tecniche moderne, utilizza molti ingredienti locali, come la quinoa e il grano. Lo stufato Atacameño più famoso è il Pataska, preparata con mais e carne, abbinato a un bicchiere di Casillero del Diablo Merlot questo piatto risulta un contrappunto squisito di sapori.
Nonostante il paesaggio desertico di Atacama è possibile vedere alcuni flussi di verde che appaiono in un paesaggio di macchie di colore giallo ocra. Proprio in queste foreste si nascondono alcuni dei tesori del cibo atacameño. Come il rica rica o il Chañar .
Il rica rica è un’erba aromatica e versatile, il cui sapore ricorda la menta, si trova in migliaia di preparazioni dolci e salate nella zona, come gelati, pisco e condimenti di carne. Un prodotto da non perdere a San Pedro de Atacama. Quest’erba è conosciuta per i suoi forti aromi e miracolose proprietà medicinali. Si tratta di un lontano cugino della verbena e viene consumato principalmente sotto forma di infusione per il mal di stomaco, tosse e raffreddore.
Il Chañar offre dolci frutti che per secoli sono stati parte della dieta degli atacameños. Da loro si ricava uno sciroppo dolce di tipo versatile. Dal colore scuro, denso e molto dolce viene utilizzato nella medicina tradizionale per curare il mal di gola, in cucina per dolci, gelati e cocktail.
Fonti:
- FUCOA: organizzazione privata senza scopo di lucro sotto il Ministero dell’Agricoltura.
- Atacameño – FUCOA: libro che fa parte della serie di libri “ Introduzione storica e storie dei popoli indigeni del Cile” proposti da Unità Cultura, Fucoa. Mirano a portare il lettore attraverso la storia, le tradizioni e le storie dei nove popoli indigeni oggi riconosciuti dallo Stato del Cile, per salvare il loro patrimonio immateriale prezioso.
Un libro da leggere: Le rose di Atacama di Luis Sepúlveda (TEA)
Un film da vedere: Nostalgia de la luz di Patricio Guzmán (2010)
Felicia Bruscino