Decine di baracche bruciate ed un morto: il giovane Al Ba Moussa. La terza vittima dei roghi in poco più di un anno.
San Ferdinando di nuovo in fiamme: un nuovo incendio è divampato nella notte fra venerdì e sabato tra le baracche improvvisate nella piana di Gioia Tauro, Reggio Calabria. Dove ogni anno accorrono centinaia di extracomunitari per la stagione delle arance, ospitati proprio in quello che viene chiamato il “ghetto” di San Ferdinando fra baracche di fortuna e materiali di scarto, in condizioni disumane.
Le fiamme si sono sviluppate nella parte iniziale del campo, quella vicina alla strada e in pochi attimi hanno coinvolto una decina di baracche. Sono ancora sconosciute le cause dell’incendio, ma si ipotizza che il rogo abbia avuto origine da un fuoco acceso da qualcuno in una della baracche per riscaldarsi. Nel rogo ha perso la vita un giovane ragazzo di origini senegalesi: Al Ba Moussa, di soli 29 anni. La terza vittima in poco più di un anno, dei roghi nelle tendopoli di San Ferdinando.
Salvini annuncia lo sgombero
Secondo il ministro dell’Interno, le fiamme nella tendopoli di San Ferdinando sono una tragedia annunciata. “Sgombereremo la baraccopoli” annuncia e prosegue “l‘avevamo promesso e lo faremo, anche perché l’illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ora fa“.
Matteo Salvini fa poi sapere che “per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto, tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas – prosegue – hanno preferito rimane nella baraccopoli“. E conclude “Basta abusi e illegalità“.
Sul posto anche Rocco Borghese, della Flai-Cgil, fra i primi ad arrivare questa notte nella tendopoli. “Non è tollerabile una situazione di questo genere, bisogna trovare una soluzione subito, ne va della possibilità di affermare che l’Italia sia un Paese civile“. E il sindacalista prosegue “non si può restare indifferenti ancora una volta. L’unica strada percorribile è mettere in sicurezza questi ragazzi che danno tanto alla comunità calabrese. Le Istituzioni tutte hanno serie responsabilità di quello che è successo, perché ciclicamente raccontiamo di morte annunciate“.
Ed infatti non è il primo ragazzo a morire fra le fiamme delle baraccopoli di San Ferdinando. Solo il primo dicembre scorso è stato trovato carbonizzato il corpo del 18enne gambiano Suruwa Jaithe, in Italia dall’anno prima e col sogno di studiare. Ad inizio anno 2018 il corpo di una ragazza, Becky Moses, morta bruciata nella baracca in cui dormiva. Mentre nella notte di Capodanno un altro incendio aveva distrutto quindici baracche, fortunatamente però l’incendio non aveva fatto vittime.
Un piano di trasferimento
All’alba la Prefettura ha convocato un vertice al Comune di San Ferdinando. Il prefetto Michele di Bari e le forze di polizia hanno fatto il punto della situazione. Hanno approntato un piano per trasferire i migranti in una nuova tendopoli , nel breve periodo e previe le necessarie verifiche di legge. Il prefetto ha poi richiamato “l‘importanza di attuare politiche attive di integrazione e inclusione nel tessuto socio economico della Piana di Gioia Tauro attraverso forme di accoglienza diffusa“.
I migranti da tempo chiedono soluzione abitative alternative che superino l’emergenza della baraccopoli. E intanto c’è tensione fra le persone che vivono in quelle baracche e che rischiano la vita anche solo per riscaldarsi in queste fredde notti invernali.
Francesca Peracchio