San Feliciano
San Feliciano è una frazione del comune di Magione, a circa 24 Km da Perugia, e si trova sulla sponda orientale del lago Trasimeno. È un bellissimo borgo di pescatori , molto aperto anche al turismo. Infatti nella bella stagione arrivano tantissimi turisti, tra cui molti stranieri. Molti di loro, specie inglesi ed olandesi, si sono letteralmente innamorati di questo splendido luogo, fino a stabilirvi la loro dimora per le vacanze. Alcuni di loro hanno deciso di vivere lì per tutto l’anno, a contatto con la natura, nel silenzio e nella tranquillità.L’architettura del centro del paese sembra un tuffo nel passato, in quanto ha il sapore dell’Umbria caratteristica ed antica. Chi era San Feliciano e perché ha dato il nome a questo borgo? San Feliciano era il vescovo di Foligno (160 -249 DC) che arrivò in questo piccolo borgo per predicare ai pescatori, e in seguito venne martirizzato. In suo omaggio, venne dato il suo nome al luogo. Gli abitanti sono molto devoti a San Feliciano, ma è anche ad un altro santo che riservano una devozione speciale. È San Spiridone, il patrono dei pescatori, che si festeggia il 14 dicembre ed è anche il Patrono dell’isola di Corfù.
La festa del Giacchio
Il giacchio è un’antica rete da pesca a forma di tronco di cono. La pesca era e continua ad essere un’attività su cui si basa la vita di questa piccola comunità. Ogni anno, in genere a luglio, si fa la festa del giacchio, una sagra che è dedicata, appunto, alla pesca, e dura diversi giorni. Si fanno competizioni in barca, gare di remi e di pesca, nonché degustazioni di pesce locale e concerti nella piazza vicino al porticciolo.
Il Museo della pesca
In questo museo è raccontata la storia del lago Trasimeno. Vi sono spiegazioni sulle tecniche di pesca, l’uso delle attrezzature, la giornata- tipo del pescatore. Il museo dispone di una sala video e un’aula didattica, con mezzi moderni e multimediali, e anche di un archivio fotografico.
Il paese dei tramonti
San Feliciano è al quarto posto della classifica dei tramonti più belli. Forse solo l’aurora boreale supera il colore dei tramonti di questo piccolo, bellissimo borgo, che, come tutti i paesi che si affacciano sul lago Trasimeno, può godere di un incomparabile spettacolo. Questi colori rapiscono l’immaginazione. Vedere il sole che diventa rosso fuoco e che piano piano si tuffa nel lago, è un’emozione fantastica. Fino a quando non si stempera, si mimetizza con il colore dell’acqua, e lo spettacolo raggiunge il suo culmine: il cielo sembra volersi sbizzarrire nei suoi dipinti, dal rosso, al rosa, al violetto. E la cosa più sensazionale è che, sera dopo sera, non c’è un tramonto uguale all’altro e di volta in volta si può godere di uno spettacolo diverso. Davvero un grande, impagabile dono della Natura!
L’isola Polvese
Osservando dalle colline, si può avere tutta la visione del lago, e si vede ad occhio nudo anche l’Isola Polvese, la più piccola delle isole del lago Trasimeno. Lì si trova il giardino delle piante acquatiche, il monastero degli Olivetani e il Castello medievale. Dispone di laboratori scientifici e ambientali di conservazione della fauna e della flora, e di aule didattiche. Anche qui la natura in primavera è tutta un’esplosione di colori, che si osserva sopratutto nelle belle giornate, in tutto il suo splendore di oasi avvolta nel verde.
Sia qui che tutt’intorno al lago, sulle colline, ci sono dei boschetti talmente fitti che nemmeno la luce riesce a penetrare. I cipressi tutt’intorno danno un tocco malinconico al paesaggio, ci ricordano il passato, in una fantasìa e realtà che sembra un connubio di ninfe, sirene lacustri e storia antica.
Vittoria Aganoor, la poetessa del Lago
E come non parlare di Vittoria Aganoor Pompili, la poetessa del lago? Era una donna che visse per lunghi periodi in questa zona, lasciando tanti ricordi.
Vittoria era figlia di Edoardo Aganoor, un conte di origini armene, e di Giuseppina Pacini. Nacque a Padova nel 1855 e lì trascorse la sua infanzia. Successivamente si trasferì a Venezia con la famiglia, poi a Napoli. La sua casa era frequentata da persone di cultura, letterati, tra cui Andrea Maffei e Antonio Fogazzaro. Fu molto precoce come poetessa, ed ebbe come maestro Giacomo Zanella (poeta e traduttore veneto). Pubblicò diverse poesie nella rivista diretta da Domenico Gufi, suo amico.
Nel 1901 sposò un deputato di nobili origini, Guido Pompili, e si trasferì con lui a Perugia. Per lunghi periodi visse in una villa di proprietà del marito, a Monte del Lago, una piccola frazione ad appena 2 km da San Feliciano. Il marito si occupò di grandi opere di bonifica del lago Trasimeno, che lei esaltò nei suoi versi. Vittoria morì nel 1910 in una clinica dopo un’operazione, probabilmente per un tumore. Guido non resse al dolore della morte della sua amata e si suicidò nello stesso giorno.
Vittoria veniva considerata da alcuni una poetessa aristocratica, da altri spontanea ed immediata.
Nonostante fosse molto socievole, il carattere di Vittoria Aganoor Pompili era in fondo inquieto e ribelle, e si manifestava nelle sue poesie. Senz’altro l’Umbria, con i suoi paesaggi e con la sua storia, avrà affinato la sua vena poetica e sarà stata per lei fonte di ispirazione.
“Guardan, sentendo attingerne il portento
che muterà le vette orride in roghi sacri,
e gli stagni puri in occhi d’argento” (dalla poesia “Magìe lunari”).
Di recente si è cercato di recuperare i suoi scritti, in quanto si tratta soprattutto di versi sparsi, bozze e lettere. L’unico libro è “Leggenda eterna”. Da diversi anni, nella zona del lago Trasimeno si parla molto di lei, anche perché la vicenda di questi due sposi sfortunati – che morirono nello stesso giorno e non ebbero molto tempo per vivere assieme, un amore quasi leggendario, come una novella romantica di altri tempi – colpisce molto l’immaginario collettivo.
Dal 1998 il Comune di Magione organizza un Premio Letterario dedicato alla poetessa.
Cecilia Piras