Samira Sabzian, la sposa bambina è stata impiccata in Iran: “E’ la 18esima nel 2023”

Impiccata in Iran l’ex sposa bambina, Samira Sabzian.

Samira Sabzian è stata impiccata all’alba del 20 dicembre scorso nel carcere di Qazal-Hesar, in Iran. La notizia è stata divulgata dall’ong Iran Human tramite un post su X. La sposa bambina era in carcere da 10 anni dopo essere stata condannata per l’omicidio del marito con il quale si era sposata nel 2009, all’età di 15 anni.

Il direttore dell’ong norvegese, Mahmood Amiry-Moghaddam, ha dichiarato: «Samira Sabzian ha sopportato anni di apartheid di genere, matrimoni precoci e violenza domestica» e oggi, all’età di 30 anni è stata impiccata diventando « vittima della macchina della morte di un governo inefficiente e corrotto che si sostiene attraverso la violenza e l’intimidazione».

La condanna di Samira Sabzian

Samira Sabzian a 15 anni fu costretta a sposarsi e quattro anni dopo, nel 2013, uccise il marito in seguito a ripetute violenze domestiche.

I figli, oggi di 15 e 11 anni, sono stati affidati ai partenti paterni e durante i 10 anni di carcere non hanno mai avuto la possibilità di incontrare la madre, tranne nel momento dell’esecuzione per dirgli addio.

La condanna a morte è stata eseguita nella prigione di Qarchak, a sud di Teheran. Durante il processo, i giudici non hanno avuto nessuna clemenza nei confronti della giovane, la quale è stata richiusa prima nella prigione di massima sicurezza di Evin poi a Karaj.

La brutalità del codice penale islamico

In base al codice penale islamico, per chiunque venga accusato di omicidio è prevista una la condanna a morte, indipendentemente dai moventi e dalle cause del crimine commesso.

La condanna a morte può essere evitata se la famiglia della vittima sceglie di depositare un risarcimento finanziario, ma nel caso di Samira Sabzian gli accusatori erano i nonni paterni dei suoi figli che scelsero di condannarla a morte.

I dati dimostrano che l’Iran è il peggior giustiziere di donne al mondo. Infatti, nel 2022 sono state impiccate 16 donne e quest’anno, Samira rappresenta la 18esima.

L’esecuzione della sposa bambina

L’esecuzione di Samira Sabzian, avvenuta dopo 10 anni di reclusione, doveva svoglersi il 13 dicembre, ma il rinvio di una settimana è stato possibile grazie alla reazione della popolazione civile in merito al suo caso e che già si era mobilitata dopo la morte di un’altra donna, Mahsa Amini, avvenuta lo scorso anno. Quest’ultima è stata uccisa perchè accusata di non aver indossato correttamente il velo, mentre era sotto custodia della polizia.

Le reazioni e le denunce in seguito all’esecuzione di Samira Sabzian

Il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha mosso una denuncia dopo la condanna definitiva di Samira Sabzian, dichiarando che:




“Le leggi iraniane consentono i matrimoni forzati e precoci, dal’età di 13 anni per le bambine. Ma non proteggono le donne dalla violenza domestica e poi le ammazzano quando si ribellano”.

Anche la Presidentessa del Parlamento europeo, Pina Picierno si è espressa in merito all’accaduto con tali dichiarazioni:

“La Repubblica Islamica compie oggi un’altra esecuzione folle, che si aggiunge alle già moltissime esecuzioni tra dissidenti politici, donne e minori. Saremo sempre dalla parte di chi lotta contro questo regime e faremo sentire sempre la nostra voce”.

In seguito a tale avvenimento, l’Associazione Donne Democratiche iraniane in Italia ha condannato l’omicidio e l’esecuzione della giovane Samira e si è appellata a Papa Francesco, al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al governo italiano, chiedendo di fare altrettanto e, quindi, di schierarsi contro la violenza subita dalle donne iraniane:

«Chiediamo alla comunità internazionale di rompere il silenzio e unirsi al popolo iraniano. […] Il silenzio della comunità internazionale è di fatto una partecipazione a tali crimini».

Infine, riportiamo le parole di Mozhgan Keshavarz, un’attivista iraniana che ha trascorso 3 anni in cella con Samira Sabzian, la quale tramite un post social ha affermato:

“Samira è stata vittima della pratica dei matrimoni precoci e ho visto quanto ha sofferto in carcere per il fatto che le è stato negato l’accesso ai suoi figli”

Andrea Montini

 

Exit mobile version